Maurizio Boldrini e i suoi allievi: operazione di microchirurgia culturale su Leopardi

La morte di Carmelo Bene, nel 2002, automaticamente ha aperto una questione seria per studiosi e operatori seri. La questione è: che fare ora? Chi è in grado di raccogliere le risultanze della pratica e della teorizzazione del fenomeno, del terremoto, Carmelo Bene?

Quel libro… – Chi ha il dono della curiosità conoscitiva, della ricerca certosina, potrebbe aver saputo che un inizio di risposta alla questione già era tracciato con Carmelo Bene in vita, un esempio: nel vastissimo repertorio librario della biblioteca di CB c’è un libro che il maestro ha accuratamente chiosato con note e sottolineature, testimonianza della cura riservata dall’illustre lettore a questo libro titolato: “La voce recitante – un percorso controverso”, Bulzoni Editore, Roma 1994, autore Maurizio Boldrini con prefazione di Franco Ruffini.

Quello spettacolo…  – Il dopo Carmelo Bene era già iniziato, differente da Carmelo Bene eppure a lui legato per studio e frequentazione. Maurizio Boldrini oggi ha 62 anni, laureato brillantemente al DAMS, inizia veramente a studiare da quando assiste al Teatro Duse di Bologna a uno spettacolo che, come si dice, gli cambia la vita: “Quattro diversi modi di morire in versi”, ovviamente di scena è un incommensurabile Carmelo Bene.

L’inizio dello studio… – Da quel momento Boldrini inizia a studiare, a combinare l’arte partecipata quella sera con l’arte di altri attori diversissimi tra loro, ma molto indicativi, combina tanto da pervenire al superamento dei singoli “oggetti di studio” e apre una nuova prospettiva che porterà Boldrini a chiudere un cerchio, a conciliare parola e voce, dopo la loro estrema dicotomia novecentesca: Artaud, Stratos, Bene.

La master class… – Ora saltiamo tutto, sarebbe troppa lunga e impossibile la trattazione in questa sede, e veniamo all’oggi, anzi a ieri. Ieri sera Philosofarte di Montegranaro, più di quaranta anni di vita dedicata specialmente alle arti visive ma non solo, ospita una master class di Maurizio Boldrini, direttore del Minimo Teatro di Macerata, quasi quaranta anni di resistenza, di sorpresa, di invenzione teatrale, completamente fuori dai circuiti ufficiali.

Il tema… – Tema del laboratorio intensivo: “Per recitare i Canti di Leopardi”, dalle 14:30 alle 21: 00 è successo un mirabile esempio del dopo Carmelo Bene, che conforta e sconforta al tempo stesso. Conforta perché testimonia che c’è ancora almeno una persona che conosce profondamente le dinamiche dell’arte più alta ed è capace di trasmetterle ad altre persone. Sconforta perché ciò che è successo ieri sera, importantissimo a livello didattico, meraviglioso a livello interpretativo non sarà recensito dal Corriere della Sera o da Repubblica, non verrà portato alla Scala di Milano, ma resta immortalato nell’anima dei partecipanti.

I partecipanti… – Barbara Mancini, Mirella Zengarini, Luigina Filumeni, Federico Boldrini, Chiara Marresi, Martina Del Bianco, Marco Frontalini, Martina Biselli, Federica Marconi.  È fissato a memoria in giornali locali come Il Mascalzone, La Rucola, Il Picchio, il Corriere Adriatico e il Resto del Carlino, Il cittadino di Recanati, … ecco come è fatto il dopo Carmelo Bene.

La vita giornalistica… – Morta, completamente morta la critica teatrale, la vita giornalistica è fatta da grandi giornalisti che testimoniano attraverso piccole grandi voci locali, piccole perché circoscritte nel territorio, grandi perché sono le uniche voci vive, autentiche, colte, e niente a che fare con la prezzolata, morta, fittizia pseudocritica teatrale e spettacolare delle testate maggiori, zombi della comunicazione.

Il dopo Carmelo Bene… – Il dopo Carmelo Bene è, come è giusto che sia, completamente diverso da Carmelo Bene, eppure derivato da Carmelo Bene. È una realtà che opera in microcosmi e capace di aprire orizzonti inesplorati, è una realtà trascurata non solo dalle istituzioni nazionali ma anche da quelle locali, eppure capace di varcare i confini nazionali e diventare materiale di riferimento in importantissimi contesti internazionali, i libri di Boldrini sono studiati da Dublino a L’ Avana, da Barcellona a Tokio. Il dopo Carmelo Bene è il “borgo” , che per necessità vitale opera di “microchirurgia” culturale in modo talmente forte e profondo da divenire riferimento a livello mondiale, scavalcando completamente la latitanza dei canali ufficiali che invece dovrebbero promuovere la conoscenza.  

La testimonianza… – Ma il laboratorio tenuto da Boldrini? Omissis. O uno c’era o inutile descrivere l’indescrivibile. Solo una telegrafica ma esaustiva testimonianza di una delle allieve, Martina Del Bianco: «Ah, i pianti su le “ricordanze” di Leopardi. A dispetto di quanto si possa evincere dal mio stato depressivo, ci sono poche persone capaci di farmi piangere, e Maurizio Boldrini è una di queste. Stasera si è battuto da solo, per talmente tanti motivi inauditi che un post su fb non renderebbe giustizia. Una “gita” senza prezzo in una casa d’eccezione, ospitale, professionale e bellissima come pochi, la Philosofarte di Montegranaro. Grazie di e per tutto, specialmente per averci fatto essere tutti la Nerina ritrovata dopo più di due secoli».

28 settembre 2020  

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