In località Moje di Treia c’è stata la presentazione di una nuova realtà culturale. È il collettivo “Teatro Agricolo di Montiolo” (TAM), nato dal sodalizio di tre amici treiesi: Chiara Teloni, Maurizio Angeletti e Andrea Biondi (coadiuvati da Gigi Biondi). I promotori hanno dato una dimostrazione del loro talento con uno spettacolo dal vivo nel teatrino per burattini appositamente costruito in loco.
In tutto e per tutto la struttura assomiglia ai ben noti palchetti che nella nostra infanzia incontravamo nei parchi e nelle piazze di paese. L’arte dei burattinai del TAM non si ferma all’esibizione ma comprende la costruzione manuale dei burattini, delle quinte, la creazione fantasiosa di storie e avventure, la descrizione psicologica dei personaggi e soprattutto la chiarezza del racconto, i testi sono basati su un messaggio inequivocabile: quel che è bene è bene e quel che è male è male…
Non ci sono sofismi o sottintesi nelle storie messe in scena dal TAM, tutto è limpido e perfettamente comprensibile, persino gli scherzetti giocati agli astanti, come lo schizzo di pipì o il lancio di coriandoli e caramelle…
I tre fondatori, coadiuvati dal burattinaio romagnolo Gigi Biondi, hanno costruito un teatro stabile dei burattini e allestito negli ultimi mesi già tre rappresentazioni “di prova”. L’intento del TAM è quello di coniugare la proposta culturale con la sensibilità ecologista e -perché no- anche etica e morale. Tra le varie attività, aperte a tutti, e che in sordina sono iniziate già da qualche tempo, c’è la riscoperta e la valorizzazione del teatro dei burattini ma non solo questo, anche la rivalutazione della presenza giocosa nella natura. In campagna, nell’orto, vicino a un biolago per irrigazione agricola, davanti alla sconvolgente bellezza panoramica del borgo antico di Treia.
Il teatro dei burattini è un’alternativa ideale e sana ai videogiochi, a internet e a tutte le cosiddette “attività a distanza”, perché trasmette a bambini e adulti un divertimento reale e dal vivo, senza che ci sia la mediazione di uno schermo.
Paolo D’Arpini
19 settembre 2020