Soprattutto a partire dalla firma posta sul Protocollo Regionale nel Settembre 2019, a Macerata si fa un gran parlare dei bambini e delle bambine. “Città a misura di bambini”, si dice continuamente. E per fortuna! Ma nella realtà a che punto siamo? Al tanto parlare hanno fatto seguito dei fatti rilevanti? Che città sarebbe, quella a misura di bambino e bambina?
Immaginare i bambini come veri attori protagonisti nella città non significa predisporre dei progetti di qualche ora attorno alla lettura, dei laboratori occasionali o degli ambiziosi programmi di riqualificazione arricchiti di paroloni (“progettazione partecipata dei parchi” si scriveva qualche mese fa, ma nessuno l’ha vista). Fortunatamente, infatti, la nostra città è piena di realtà associative e sociali, di ogni provenienza culturale, capaci di realizzare attività o festival spot di buona qualità per i bambini e le bambine.
Ma un’amministrazione comunale ha un compito ben diverso: di guida e coordinamento; di immaginare la modifica della stessa città in funzione di un continuo circolare dei bambini, di un vivere i quartieri e gli spazi con costanza e sicurezza, lasciando loro la possibilità di realizzare autonomamente attività diffuse e differenziate. I bambini e le bambine di oggi, ancor più durante e dopo il lockdown, vivono condizioni di “impoverimento educativo”: perché? Perché le nostre città sono prive di stimoli, perché gli adulti (e gli amministratori quanto mai) proiettano paure e timori rispetto al vivere la città. E allora cosa fare?
La nostra proposta mira a trasformare profondamente Macerata, riprendendo le migliori sperimentazioni del territorio marchigiano e ripensando la nostra città attorno al concetto di quartiere. Come?
1. in ogni quartiere si aprirà un Centro Socio-Educativo (CAG) per bambini, ma anche per ragazzi e adulti, con educatori qualificati. Un luogo dove fare esperienza del gioco e della socialità, ma anche un supporto per le famiglie e una straordinaria occasione di apprendimento informale per i bambini;
2. in ogni quartiere i parchi andranno in gestione a realtà associative o a gruppi di cittadini che se ne prenderanno cura come bene collettivo, favorendo la presa in carico dei luoghi da parte degli stessi cittadini: il protagonismo è la base della crescita.
3. la mobilità cittadina sarà modificata in funzione della creazione di aree pedonali e di zone per circolazione con mezzi alternativi (monopattini, skate, biciclette) al fine di favorire la libera uscita di bambini e ragazzi in autonomia, proprio per raggiungere i luoghi di vita.
4. i centri di quartiere saranno luoghi di libera cultura e condivisione, grazie all’accordo quadro con la SIAE che permetterà di fare musica, cinema e teatro in forma libera: diventeranno spazi di incubazione, dove coltivare passioni e dove sperimentare fin da piccolini la vita di quartiere come una volta.
5. la Giunta Cicaré valorizzerà progetti e attività nelle scuole che promuovano l’educazione all’aria aperta, le attività itineranti in città e le forme di educazione alternative e d’avanguardia.
6. non esisterà alcun rapporto privilegiato e diretto con specifiche realtà associative che si occupano di educazione: i diritti dei bambini non possono essere un terreno di scambio e interesse politico. La trasparenza sarà una modalità costante di operare anche in questo campo.
I bambini e le bambine hanno bisogno di una rivoluzione culturale a Macerata, per diventare davvero cittadini protagonisti del territorio, attori fondamentali, persone capaci di crescere in autonomia, libertà e responsabilità. Prendiamoci cura anche di loro. Per davvero, non a parole.
Alberto Cicaré, candidato sindaco per la coalizione Strada Comune – Potere al Popolo
Stefano Casulli, pedagogista e ricercatore, candidato al consiglio comunale con Potere al Popolo
28 agosto 2020