Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa di Paolo Renna relativo alle annotazioni fatte da Romeo Renis al capitolo sulla sicurezza del programma elettorale di Parcaroli.
È con piacere che abbiamo potuto apprendere come il sig. Romeo Renis, da sempre parte della sinistra maceratese e oggi candidato in una lista che sostiene Ricotta, abbia avuto modo di leggere il programma di Sandro Parcaroli, in particolare la parte relativa alla sicurezza e alla politica della immigrazione.
Purtroppo dobbiamo constatare che lo ha fatto superficialmente, avanzando critiche senza fondamento.
Nello specifico Romeo Renis afferma che “la riforma del titolo V della costituzione ha stabilito in modo perentorio che è compito esclusivo dello Stato la sicurezza e l’ordine pubblico” con questo volendo intendere che il sindaco nulla potrebbe fare al riguardo.
Peccato che lui stesso nel comunicato afferma, poche righe sopra, che Il sindaco ha “mansioni di integrazione e collaborazione relativamente alla sicurezza urbana grazie ad alcuni compiti riconosciuti quale commissario di Governo, dalla legge 267/2000 e daicosiddetti pacchetti sicurezza succeduti dal 2008 ad oggi”.
Se non si fosse distratto nella lettura, si sarebbe anche accorto che in calce al paragrafo 8.1, da lui citato, vengono esplicitamente richiamati le “prerogative ed i poteri che un sindaco ha in materia di sicurezza e ordine pubblico” che “devono essere esercitati in una logica di ‘sicurezza urbana integrata’, sfruttando le opportunità riconosciute dal Ministero dell’Interno”. Quindi Sandro Parcaroli è pienamente consapevole dell’ambito e dei limiti di azione che un sindaco ha in materia e, infatti, gli interventi ipotizzati (riqualificazione urbana, riappropriazione da parte dei cittadini degli spazi pubblici, confronto e collaborazione costante con le Forze dell’Ordine, installazione telecamere, realizzazione del controllo del vicinato, politica rafforzata di formazione/informazione contro lo spaccio delle sostanze stupefacenti) rientrano tutti nelle possibilità di intervento del primo cittadino.
Prosegue il Renis sostenendo che è errato parlare di intensificare il confronto con tutte le Forze dell’Ordine, in quanto semmai si dovrebbe “manifestare maggiore disponibilità a collaborare all’interno di un indirizzo tracciato in sede di Comitato Provinciale per l’Odine e la Sicurezza Pubblica, organo consultivo presieduto dal prefetto”. Ora, al netto della deferenza che comprensibilmente per formazione professionale ha Renis verso le articolazioni locali del Governo centrale, non si vede proprio come i due concetti possano essere tra loro alternativi. È evidente, a chi non sia offuscato dalla partigianeria politica, che si tratta del medesimo concetto: un buon sindaco deve mantenere un costante rapporto con la Forze dell’Ordine, anche nell’ambito del Comitato Provinciale citato.
L’apice del comunicato viene però raggiunto laddove Renis lamenta una presunta confusione perché al paragrafo 8.5 del programma di Parcaroli il titolo è “Mutualità di vicinato”, mentre nel testo viene fatto riferimento alla volontà di aderire al protocollo “Controllo del Vicinato”.
A sostegno della sua critica Renis si lancia in una lunga illustrazione di un progetto da lui ideato nel lontano 2014 che avrebbe la stessa denominazione di “Mutualità di vicinato”, che sarebbe cosa molto diversa dal “Controllo di vicinato”. Da ciò deriverebbe la “confusione più grave e totale”. Vogliamo innanzitutto tranquillizzare Renis in quanto il titolo del paragrafo non intendeva in alcun modo riferirsi alla sua idea, della quale francamente Parcaroli non era neanche a conoscenza, ma al significato della parola mutualità come “aiuto scambievole”.
D’altra parte non ci risulta che la denominazione del progetto di Renis sia stata sottoposta a formale registrazione e, quindi, ad oggi, il termine mutualità di vicinato può essere liberamente utilizzato.
La semplice lettura del paragrafo, permette inoltre di verificare che l’oggetto dello stesso è solo ed esclusivamente il protocollo “Controllo del Vicinato” già esistente in Prefettura, relativo al progetto di “sicurezza partecipata”.
Piuttosto che cercare inesistenti falle nel programma di Sandro Parcaroli, Romeo Renis farebbe bene a chiedere al candidato Ricotta, che lui sostiene, perché dal 2014 ad oggi la giunta, di cui Ricotta era componente di primo livello, non abbia trovato il tempo e la voglia di realizzare il suo meraviglioso progetto.
Rennis purtroppo per lui non si è accorto che il controllo del vicinato a differenza della sua creatura invisibile è già realtà in molti comuni della provincia ed in gran parte dei quartieri della città.
Paolo Renna – Fratelli d’Italia Macerata
21 agosto 2020