La pandemia, non parla, non spiega ma agisce malignamente su tutti noi

Signore e signori è di scena la pandemia. Essa ha modi segreti di agire su di noi; non tutto è visibile e catalogabile come vorrebbero farci credere i giornali e la televisione, ha dei lati oscuri, che non si rivelano immediatamente, ma emergono pian piano e in modo subdolo, misterioso. Ci si accorge facendo caso agli umori, alle insofferenze, ai nervosismi, alle stranezze che manifestiamo tutti, piccoli e grandi, uomini e donne, lavoratori o nullafacenti.

Ci alziamo male al mattino, e man mano nella giornata questi disagi si fanno più evidenti. È la pandemia, che non parla, non spiega, ma agisce malignamente su tutti noi. Ma non siamo i soli, e non è solo fenomeno di questo nostro tempo: “In tutte, o quasi tutte, le nazioni si manifestano i medesimi sintomi di una intensa e improvvisa irascibilità dovuta a grande affaticamento morale; una mancanza di ottimismo, una diffidenza che esplode di colpo, che si accende per un motivo qualsiasi, un nervosismo e una mestizia che traggono origine dal senso di insicurezza generale”.

Sono frasi di un giudizio di Stefan Zweig, che del lontano 1932 preconizzava per il Vecchio Continente una prossima catastrofe. L’anno successivo le sue opere saranno messe al rogo dai nazisti.

Nel corso della stessa conferenza, intitolata “Disintossicazione morale dell’Europa”, lo scrittore austriaco aggiungeva: “Prima di una unione a livello politico, militare, finanziario, a cui oggi si oppone una volontà contraria, sembra importante realizzare quella culturale”.

Egli avanzava una proposta significativa, uno scambio culturale fra i giovani delle varie nazioni europee – una sorta di progetto Erasmus ante litteram – come opportunità per una reciproca conoscenza e come premessa alla formazione di una classe dirigente, “una specie di stato maggiore dell’esercito spirituale che unito conquisterà il futuro” (Da un articolo di Roberto Righetto su Avvenire del 16 gennaio 2020).

Sappiamo tutti come poi sono andate le cose. Oggi ci aggrappiamo alla saggezza di chi ci ha preceduto, e con ben altre conoscenze: il passato ci è sempre buon maestro, e speriamo bene!

Lucio Del Gobbo

Immagine: “Pandemia”, bassorilievo in gesso di Lucio Del Gobbo

10 agosto 2020

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