Lauretta Gianfelici: “Ecco cosa serve e farei per il welfare a Macerata”

“In questo tempo in cui la domanda dei bisogni è, e sarà, in aumento continuo, la necessità di rivedere il rapporto con il Comune e/o la Regione è fra le priorità, per adeguarlo culturalmente ai tempi, dare risposte rapide, efficaci, personalizzate.

Sussidiarietà e Sostenibilità del Welfare sono le uniche speranze vere per i Comuni e una delle contraddizioni più evidenti a Macerata riguarda proprio il Welfare in tutti i suoi aspetti: Povertà e Fragilità sono fra questi.

Occorre un monitoraggio e una Plain List urgente dei profili dei giovani, degli anziani, delle famiglie, dei papà, delle mamme sole e del divario di disuguaglianza socio-economica.

Il Municipio deve diventare vera e propria bussola di un’azione politica che incida positivamente nel welfare in un allineamento quotidiano, dinamico e operativo con le Associazioni. Ciò è attuabile con la digitalizzazione e la messa in rete, dunque creazione di una Plain List di tutti i Servizi, semplice e funzionale, pragmatica e operativa per ogni cittadino.

La figura del Sindaco deve essere quella di un regista e di un responsabile della produzione di Buone Pratiche per il Bene Comune, un propulsore di energia e di collaborazioni. E il Bene Comune significa dire Benessere della persona, fine etico in cui essere vincitori.

Il Popolo della Famiglia pronuncia un fermo “No!” a dispersioni di energie in favoritismi e ideologie, “No!” a iniziative che nascono dall’alto, mentre le situazioni fondamentali crollano e non si rende giustizia alla dignità di ogni persona, incluse le più fragili che, comunque, sono cittadini inter-pares.

L’ Associazionismo cittadino che accoglie e da risposte alla voce dal basso degli abitanti, merita una giusta collocazione nel ruolo e nel metodo, su strade comuni da seguire e per i finanziamenti necessari, censito e diviso per mission e competenze.

Solidarietà e reciprocità è Bene Pubblico contro l’indifferentismo e l’erosione dei valori.

Le risorse più preziose sono le persone, dunque i cittadini e le famiglie. In quanto tali vanno custodite: finora sono state relegate nel posto ultimo delle priorità, con opere che ne dovrebbero essere il sostegno nel fare ordinario, non di certo straordinario.

Questa situazione è diventata di Ostacolo al Benessere di tutti, alla Rigenerazione della città e a riconoscere che Ri-educarsi è necessario e occorre abbattere la staticità, tornare a vivere la città, non solo ad abitarla. È ben diverso! La criminalità è stata lasciata crescere a scapito del benessere comune e del sentirci sicuri, fra noi e fuori delle nostre case.

I fatti del 2018 e il Covid-19 ci hanno aiutato a guardare in faccia le cose: ciascuno di noi, oggi più di ieri, è legato al destino dell’altro. Dunque è urgente mettere mano alla riduzione di Povertà e Fragilità come condizione di molti cittadini singoli e riuniti in nuclei familiari.

Tutta la proposta politica del Popolo della Famiglia parte da qui, dal trovare una soluzione a queste posizioni:

1 – Rispondere ai bisogni sociali e sanitari, lavoro e fragilità varie -anche economiche- in tempi rapidi, riportando la persona a sentirsi attiva, co-partecipe delle soluzioni;

2 – far ritornare centrale il benessere sulla base di dati certi con parametri nati da criteri e misurazioni, mai fatte in città! Che forniscano una conoscenza vera delle varie forme di Povertà e di Fragilità;

3 – Una Co-Governance reale, attraverso la quale rispondere in modo più veloce ordinato e concreto ai bisogni. Oggi vince questo. Efficienza dunque non Efficentismo e neppure il “Fare per il fare, tanto per fare”;

4 – La nostra “Civitas” deve tornare a essere luogo di incontro dei suoi cittadini, che va a braccetto con la Cultura, intesa anche come legame di relazione e inclusione: sintonia con la mission sostenibile che il Turismo dovrebbe avere in città, in una nuova modalità di attuazione che il tempo attuale impone, sull’ordine del cosiddetto Turismo Intelligente da rendere ampio lungo l’anno, non più stagionale e di giornata, affinché produca ricchezza attiva.

5 – La Cultura non solo nelle accezioni di nicchia che abbiamo vissuto finora in città, ma in tutte le sue forme. Così potrebbe essere madre della creazione di un “Luogo della Cultura” a tutto tondo e della realizzazione -negli spazi comuni- di una bacheca “Well done” di progetti che rispondano alle necessità delle generazioni attuali, di problematicità emergenti, compresa quella della legalità, dell’economia familiare e per gli investimenti dell’impresa familiare, allo scopo di favorire sviluppo e abbattimento delle forme di povertà economica, creare esempi positivi che possano essere replicabili, modelli-guida che diano un contributo a farci diventare una collettività forte, coesa, sicura di sé.

Cultura vissuta a servizio dell’azione, in ogni forma, anche quella politica: senza conoscenza ci perdiamo e dobbiamo recuperare civismo attivo. Per far fronte a due grandi temi come la Povertà e la Fragilità occorre mettere in campo dunque una infrastruttura sociale ma anche tecnologica.

L’Unione Europea ha disponibili finanziamenti per 6 milioni di euro, quindi il “Luogo della Cultura” può aiutare di certo a rimuovere ostacoli di cui dobbiamo liberarci, incarnare uno spazio di confronto e di rieducazione pragmatica, un valore anche di coesione sociale, integrazione, creatività, innovazione, strumento di crescita e sviluppo economico, con la sperimentazione di nuove forme di Co-working e Sharing Economy.

Uno sguardo vero sulle Povertà e Fragilità favorirà un invecchiamento attivo, sviluppando le motivazioni al benessere nell’intero ciclo di vita e coltivando le ragioni della salute, anziché della malattia.

La Cultura come conoscenza e relazione deve aiutarci ad accogliere la fragilità, a percepirla come valore, per abbattere la solitudine e l’aumento dei suicidi.

Consapevolezza e Conoscenza del profilo degli anziani soli e di quelli “soli in famiglia”, di quelli autonomi e non, delle loro risorse culturali ed economiche. Progetti in piattaforme -e in presenza- da realizzare con l’identificazione di luoghi dedicati agli anziani, che siano conosciuti da tutti i censiti, alla frequentazione dei quali devono essere invitati con approcci sistematici e studiati.

Lavori di bene comune per coloro che hanno desiderio di essere ancora attivi e in compagnia in un obiettivo utile alla città, a esempio negli spazi verdi pensati per gli anziani, completamente accessibili a chi si muove in carrozzina e disegnati secondo i principi dei giardini terapeutici, che vengano individuati nei quartieri della città e pubblicizzati perché diventino anche Vetrina della nuova luce dell’anima della Città

Diamo compimento all’art 3 della nostra Costituzione, che in sintesi ci invita alla rimozione di tutto ciò che ostacola lo sviluppo totale della persona umana. E vale per ogni età.

La fragilità va accolta nell’immediato, sia nell’anziano che nel giovane, perché non diventi cronica e irrimediabile. Imparare a diventarne consapevole e ad accoglierla significa trasformare la vulnerabilità che la include per camminare verso una Resilienza Trasformativa, che riaccende uno sguardo che illumina quanto è più prezioso! La crisi ci ha restituiti tutti alla nostra fragilità.

Da una maggiore conoscenza del territorio può nascere una diagnosi funzionale anche alle percezioni sulla Qualità della Vita, sui parametri da adottare, su qual è la percezione del Benessere fra i nostri cittadini. Qual è la realtà?

Da un azione di Community Care al Welfare mix molte risposte per gli anziani e per i loro bisogni più personalizzati, per Giovani Donne-Mamme sole. Serve una svolta culturale -riduzione orario di lavoro da realizzare con patti e accordi fra aziende private, Co-Governance e Comune, politiche di detassazione e nidi meno costosi, reddito di Maternità, Counseling e Counselor: figure nuove ancora in Italia da incentivare specie tra i giovani con bandi appositi e Scuole, in rete con città italiane ed europee già vincenti!

Anche il metodo “Peer to Peer”, sviluppandolo allo scopo di diffondere cultura verso l’anziano, verso la fragilità e la vulnerabilità, verso l’altro in difficoltà come persona dalle possibili risorse per sé e per la collettività, riaccenderebbe davvero l’anima di questa nostra città e ne eleverebbe dignità e benessere.”

Lauretta Gianfelici, Candidata a Sindaco per il Popolo della Famiglia

5agosto 2020

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