Tra ricordi solitari ed antichi, / del mio ultimo sole, / la mente varca i confini / del tuo suono sofferente di allora;
racchiuso in una poltrona, / mentre tacevi al mondo, / ma era un orizzonte infinito di luce.
Ho ancora il tuo dolore con me, / ho raccolto i tuoi affanni / con le mie piccole gesta, / ne ho ascoltato il pianto segreto, / ho sentito freddo con te.
Fragili carezze sul mio capo / dalla tua mano tremante, / ho attraversato con te, / la porta del vento, / con te, nel sogno più bello / che anche così era presente, / fatto di attese, speranze, pianti / al riparo delle ombre.
Era il tempo dell’innocenza / di un bambino, / ma scandivi già i silenzi puri / dei miei respiri, / l’oscillante fiamma d’amore / della mia anima.
Mauro Ruzzu
31 luglio 2020