San Severino Marche: “città d’arte”. Questa è la locuzione che in città piace molto ai componenti della giunta che la utilizzano allorché sono chiamati a presentare gli eventi culturali che vengono organizzati, quasi sempre grazie alla determinazione, all’impegno e alle risorse proprie di associazioni di volontari che si spendono per tenere in vita un minimo di vivacità culturale.
Si mette il cappello, si dà il patrocinio non oneroso e poi… finisce tutto lì! Una piccola prolusione che loda l’organizzazione e si compiace per le capacità e il talento dimostrato dai protagonisti dell’evento, figli illustri della “città d’arte”. Peccato però che per questi figli la città non investa un centesimo…
Prendiamo la musica, a esempio. La nostra città vanta un istituto comprensivo con una sezione ad indirizzo musicale che ogni anno organizza un concorso al quale partecipano scuole da tutta Italia che alloggiano in città per partecipare alle selezioni: quindi prove, esibizioni, concerti, il tutto organizzato dove? In una palestra! Un edificio che, come tutti sanno, in termini di acustica è il peggiore che ci possa essere per apprezzare a pieno un’esibizione musicale!
Andiamo avanti con la rassegna San Severino Blues: musicisti di fama internazionale che attirano in città appassionati da ogni parte del Paese. Sarebbe bello poter organizzare con loro delle masterclass, delle lezioni aperte, così magari gli interessati potrebbero soggiornare qualche giorno nella nostra città e cogliere l’occasione per visitarla.
Parliamo ora delle associazioni musicali, anch’esse vanto della città: l’Accademia Feronia con la relativa scuola di musica e orchestra, il Corpo Filarmonico Adriani con i corsi di orientamento musicale, il Coro e moltissime altre realtà piccole e grandi. Queste scuole hanno formato fior di professionisti che ora suonano in importanti orchestre in Italia e all’estero. Gli spazi concessi loro dall’amministrazione sono del tutto insufficienti e inadeguati, quasi tutti con barriere architettoniche che ne precludono l’accesso a persone con ridotta mobilità. Quando si deve organizzare un saggio musicale, un’esibizione, si devono fare salti mortali per trovare spazi adeguati a costi contenuti.
Da questo dato di fatto, da queste esigenze, era nata spontaneamente una sottoscrizione on-line tra i cittadini che aveva raccolto un consistente numero di adesioni. Si chiedeva all’amministrazione di impegnarsi in tal senso per la realizzazione di un auditorium-palazzo della musica (così come sta avvenendo a Camerino, per esempio) che potesse essere un punto di riferimento per la musica tutta.
La “Palestra Boni” già Gil – Un luogo di aggregazione ove poter proporre concerti, esibizioni, saggi musicali, con delle sale prove aperte a chiunque abbia voglia di suonare e aule per le lezioni a disposizione delle associazioni musicali cittadine. Si era anche individuato un edificio di proprietà comunale noto come “palestra Boni” – ex GIL che si trova attualmente in stato di abbandono e che risulta lesionato in conseguenza del sisma. Trattasi di una struttura sufficientemente grande e funzionale che, con un’adeguata ristrutturazione, magari accedendo a fondi per la ricostruzione post sisma, si sarebbe prestato alla perfezione come “Auditorium – Palazzo della Musica”.
Questa istanza è stata poi raccolta da tutti i consiglieri di opposizione che hanno presentato una mozione a firma congiunta, portata in consiglio comunale e discussa. Bene, la maggioranza compatta l’ha rigettata, bocciata sonoramente. Niente auditorium!
Forse in quell’edificio, non si sa bene quando o come, verrà realizzata che cosa? Provate ad indovinare? Una palestra! Per carità, legittime le esigenze delle associazioni sportive, anch’esse a corto di spazi, ma possibile che non vi sia un’altra soluzione? Neanche a dire, va bene, comprendiamo le esigenze, mettiamoci a tavolino, vediamo di studiare una soluzione, progettiamo, diamo un segnale… Nulla di tutto questo! Si rigetta una proposta senza una vera motivazione, quasi con sdegno perché formulata dalle opposizioni. Non uno straccio di idea innovativa è venuta da questa amministrazione che ha sempre proceduto a vista, col fiato corto, senza alcuna progettualità, lasciando la città ferma in un immobilismo desolante.
Si è persa secondo noi una grande occasione per riqualificare uno spazio abbandonato e per dotare la città di una importante infrastruttura al servizio della musica e dei cittadini. Rimaniamo indietro rispetto alle altre città a noi vicine, una miopia amministrativa che ci impedisce di crescere. Senza spazi di aggregazione, di incontro, senza vitalità culturale: una città d’arte “povera”.
Centrosinistra per San Severino
11 luglio 2020