“Chi semina vento, raccoglie tempesta”: l’approssimazione con la quale il consigliere Francesco Borioni commenta il progetto di riqualificazione della pubblica illuminazione sorprende in virtù del fatto che la sua esperienza da presidente dell’Assem dovrebbe garantire un approccio più consapevole e obiettivo, senza agitare fantasmi inesistenti.
Sorprende ancora di più il malevolo e maldestro tentativo di insinuare poca chiarezza nell’approvazione del progetto di project financing: forse il consigliere Borioni non riesce a capacitarsi che da quattro anni Assem e Amministrazione comunale lavorino in sinergia, condividendo le scelte strategiche e confrontandosi quotidianamente sulle continue evoluzioni del mercato dei servizi e sulle sfide che l’azienda settempedana sta affrontando in questi anni di grandi trasformazioni, oltre che di emergenze superate con sempre con professionalità ed ottimi risultati.
Per lungo tempo Comune e Assem hanno cercato insieme la soluzione migliore per un intervento massivo e importante sulla pubblica illuminazione. Lo scopo è stato quello di affrontare i problemi connessi alla vetustà di molte tratte, all’inefficienza illuminotecnica ed energetica dei corpi illuminanti che generano elevati costi di gestione (consumi e manutenzione). Negli ultimi due anni numerose sono state le risorse impegnate dal Comune per finanziare gli interventi di riqualificazione della pubblica illuminazione eseguiti da Assem soprattutto nel centro urbano. Poiché la sostituzione di oltre 700 punti luce stradali implica un investimento tale da non poter essere compreso nelle risorse disponibili con la manutenzione ordinaria e visto che i titoli di efficienza energetica possono essere più agevolmente conseguiti con l’ausilio delle Esco (Energy Service Company), si è individuato lo strumento del project financing, istituto ormai consolidato e utilizzato da molte Amministrazioni per interventi del genere (un esempio per tutti, nelle Marche, la Città di Osimo).
Il progetto rispetta, e non potrebbe essere diversamente, i criteri ambientali minimi stabiliti dalla legge per impianti di pubblica illuminazione ed è redatto secondo principi di economicità, trasparenza, efficacia, tutela dell’ambiente ed efficienza energetica. Il progetto stesso sarà oggetto di bando pubblico, con procedure trasparenti che permetteranno a molte aziende di partecipare e all’Amministrazione comunale di ottenere probabilmente anche ulteriori economie, se ci saranno, come è auspicabile, altre offerte al ribasso.
Allo stesso tempo, tale soluzione persegue tempi brevi di esecuzione (fondamentali per l’immediata riduzione dei costi e l’ottimizzazione dei tempi di rientro) che non potrebbero essere assolti da Assem le cui maestranze devono prioritariamente impegnarsi nella gestione della rete elettrica di tutto il territorio comunale oggetto di continui investimenti volti al mantenimento degli elevati standard prestazionali che caratterizzano la distribuzione elettrica settempedana e, secondariamente, nel proseguo della manutenzione delle restanti porzioni della pubblica illuminazione.
Da anni ormai sono in atto politiche nazionali che impongono inesorabilmente la trasformazione dei piccoli gestori di sottoservizi favorendo il dominio di grandi società a discapito delle multi-utilities territoriali. Ma non è con la miopia e con le ombre della polemica diffidenza che si possono difendere le professionalità e la qualità dell’operato di Assem, oltre che dei cospicui dividendi che annualmente l’azienda puntualmente versa al Comune, entrambe a diretto e costante beneficio di tutti i Settempedani.
C’è bisogno di una visione rispettosa della natura aziendale di Assem, di una condivisione costruttiva tra Amministrazione comunale e vertici aziendali, di una profonda conoscenza delle potenzialità ma anche della natura pubblico-privata dell’azienda per poter programmare la sua sopravvivenza ed inevitabile trasformazione. Questo è ciò che siamo impegnati a svolgere da quattro anni e che continueremo a fare in modo unisono con il Consiglio di Amministrazione Assem partecipando coesi a tutti i tavoli decisionali, sia politici che aziendali, evitando i miopi campanilismi che nascondono troppo spesso la volontà di non voler decidere.
6 luglio 2020