Versi del maceratese Mauro Ruzzu: “Coronavirus”

Tra una forte malinconia, / si formano le distanze umane, / per un morbo dove trovare / ancora un sentimento; / un nome da dare / ad uno stupore di pura follia. / Quell’amarezza / a cui non manca la parola / di un desiderio al veleno / tra una saliva amara / come fiore malvagio / di un riso triste, / giaciglio, / di una tenue voce isolata.

Così ti abbandoni / ad una inerte stanchezza, / a braccia aperte, / a ricordare libero / i soli estivi, libero, / ma ancora vivo, / con il mistero del tuo pensiero / sempre più passeggero / del mondo, / senza più sogni, / con una strana fantasia, / che sorride ad una buona sorte / e si accanisce / e s’acqueta il respiro.

Sola ed oppressa / si riforma dormendo l’esistenza. / Sola e lontana, / ma con nel cuore / la carità / a risvegliare un pianeta, / stanco, perso, e moderno / là, dov’era saggezza e purezza / a ricordare lontano / il nostro nulla.

Mauro Ruzzu

29 giugno 2020

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