Il Castello di Brunforte a Loro Piceno apre le porte alle visite

Dal 30 maggio riaprirà le porte alle visite il Castello Brunforte di Loro Piceno, poi divenuto monastero domenicano, pronto a far riscoprire i tesori che custodisce al suo interno: dalla cucina del ‘600 fino alle preziose Madonnine e ai paramenti sacri realizzati dalle stesse monache domenicane che per anni qui sono vissute meditando e pregando.

San Domenico di Guzman – L’Ordine domenicano venne fondato da San Domenico di Guzman, che nacque nel 1170 a Caleruega (Spagna) e viene ricordato, oltre che per la sua santità, appunto per la fondazione di un Ordine religioso, approvato da papa Onorio III nel 1216. Obiettivo dell’Ordine erano la predicazione e la salvezza delle anime e questo stesso fine accomunava sia i frati che le monache. Essi, inoltre, dovevano fare voto di castità e povertà, condividendo gli spazi di una vita dedicata interamente alla meditazione e alla preghiera.

Conventi come luoghi di cultura – Ciò che lo distingueva da altri Ordini erano anche lo studio incessante e l’istruzione dei religiosi tanto che molti monaci predicatori, per portare avanti la loro missione, venivano mandati nelle università più prestigiose del tempo, come Parigi e Bologna e, di conseguenza, i conventi divennero importanti luoghi di cultura.

La leggenda – San Domenico morì a Bologna, il 6 agosto 1221 e la sua ricorrenza viene celebrata l’8 agosto. Una leggenda narra che, poco prima della sua nascita, sua madre fece un sogno in cui le apparve un cagnolino con una fiaccola in bocca, segno della luce che il santo porterà attraverso la diffusione della parola salvifica di Cristo. Questo simbolo della fiamma viene ripreso nella Festa delle Luminarie di Praiano (in provincia di Salerno) dove terrazze, piazzette, finestre e strade si illuminano per 5 giorni nei pressi del Convento di Santa Maria a Castro, fondato da un gruppo di Domenicani proventi dalla vicina Napoli.

Un tesoro di silenzi e preghiera – A Loro Piceno, oltre le mura dell’ex castello Brunforte, viene custodito un grande tesoro fatto di silenzi, preghiere e grande lavoro. Quest’ultimo aspetto è visibile soprattutto nella stanza più suggestiva del Monastero: la cucina del ‘600. La fuliggine, che si è creata negli anni a causa del camino sempre acceso, è capace di riportarci indietro nel tempo e di far rivivere, attraverso l’immaginazione, il lavoro delle monache.

28 maggio 2020

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