Il Vescovo di Macerata parla il lunedì sera, dopo avere avuto nella mattinata un incontro in videoconferenza con il Consiglio Presbiterale diocesano. Questo Consiglio è formato dai 20 sacerdoti coordinatori delle Unità Pastorali in cui è organizzata la Diocesi e permette un monitoraggio frequente della vita di tutte le parrocchie.
Massimo rispetto – Il Vescovo ha potuto verificare così che in tutte le celebrazioni si è rispettato il numero massimo di partecipanti, con una media di un 10% di posti rimasti liberi ovunque, rispetto al numero disponibile secondo le norme. Tutto è stato organizzato con ordine ed impegno, e i tanti volontari coinvolti hanno mostrato che la nostra Chiesa diocesana può contare su un laicato impegnato, serio e responsabile. Bella anche la collaborazione offerta da gruppi della Protezione Civile e da Confraternite.
Rare forzature – Ovunque fedeli e celebranti hanno seguito tutte le indicazioni fornite, a parte la forzatura ostentata di alcuni singoli che in una parrocchia hanno chiesto e ricevuto la Comunione in bocca. Si tratta del risultato della polemica di alcuni singoli e di uno o due preti nei confronti della linea indicata dalla Cei e dal Governo, che però non rappresentano per nulla il sentire della quasi totalità del clero e dei fedeli della nostra diocesi.
Buona prova di maturità ecclesiale – Il Vescovo ha anzi notato che anche gruppi cosiddetti “tradizionalisti” presenti in diocesi come in tutta Italia, hanno da noi mostrato maturità e senso di Chiesa degno di plauso. Una piccola “prima prova di maturità ecclesiale” abbondantemente superata, ha concluso mons. Marconi.
26 maggio 2020