Scrivere del piccolo mondo di Appignano e tralasciare un personaggio che colorava gli anni passati, tale signor “Crocchia”, è impossibile! Il nomignolo da chi gli fosse stato affibbiato non è dato sapere, ma come persona lo ricordo molto bene: sempre pronto a farti un piacere se fossi stato nel bisogno. La sua figura si presentava in questo modo: alto, magro, bruno, con un timbro di voce degno di un tenore. Voce che tirava fuori per informare i suoi compaesani dell’arrivo di venditori, o per dare notizia di un qualche avvenimento. In compenso di questi piccoli servigi riceveva solamente un po’ spiccioli, tuttavia era sempre sereno. Quando arrivava il pescivendolo il suo motto era: “Accorrete, accorrete donne… è arrivato ru pesciarolu… pesce, pesce vivo, pesce fresco, pesce morto”. Oppure, nel momento in cui c’era da svendere carne faceva il suo solito giro dei vicoli del paese e, con voce stentorea, invitava le donne dicendo: “Una vacca è cascata da una pianta: morta senza manco una puntura!” Il suo tour di Appignano si protraeva fino all’esaurimento della scorta. Oggi diremmo una “informazione in diretta”. Era compito che si era assegnato quello di dare la notizia dell’arrivo di qualche venditore o di un avvenimento particolare e la sua voce si faceva sentire riecheggiando da un vicolo all’altro fino ad arrivare in piazza, per poi prolungarsi fino al luogo dove avveniva la vendita o accadeva il fatto. Quando era libero da questi “impegni” prendeva la sua bicicletta mettendo bene in vista, dietro la sella, una pelle di martora essiccata. Poi la mostrava ai contadini i quali, come ringraziamento per averla uccisa gli davano uova, ceci e farina. E così, Crocchia, sereno, è vissuto fino alla bella età di novant’anni.
Emilia Violini
25 maggio 2020