“Cosa si guadagna a parlare a vanvera? In politica poco o nulla se non l’attirare l’attenzione momentaneamente su di un tema che il più delle volte si ignora completamente con risultati molto spesso deludenti.
Parlare a vanvera – È ciò che sta avvenendo in questi giorni intorno alla questione Maceratese: un parlare a vanvera sentito puntualmente negli ultimi anni all’apparir della primavera coincidente con l’arrivo delle lucciole. “Oh guarda, nel campo sono riapparse le lucciole!” e “La Maceratese merita di più, apriamo a C. costi quel che costi!”. Di solito, salvo casi eclatanti, soprassediamo ed evitiamo di farci ingoiare dal vortice del chiacchiericcio dei politicanti nostrani ma oggi faremo un’eccezione perché di mezzo c’è un sentimento che per molti è vitale: la passione. Siamo abituati a sentirli cianciare di continuo, su ogni argomento, ma nelle questioni sportive si sintetizza il loro vuoto assoluto.
Maggioranza e opposizione – Da una parte una maggioranza silenziosa incapace di proteggere il patrimonio sportivo della città e dall’altra un’opposizione urlante che tenta di gettarsi a capofitto verso un progetto che andava sostenuto molto tempo prima. Ora che i buoi non solo sono usciti, rientrati e poi usciti almeno un altro paio di volte dobbiamo pure sorbirci appelli che come sempre cadranno nel vuoto nel giro di una manciata di ore perché incapaci di trasformare in azione le loro stesse suppliche lamentose. Come successo in passato, si getta il sassolino ( un inconsistente intervento in consiglio comunale a difesa di C.) per un pò di visibilità per poi scomparire e non parlarne più.
Dove eravate quando… – Allora vi chiediamo: dove eravate quando la Maceratese veniva fatta fallire per due spicci perdendo, forse per sempre, una categoria che Macerata potrà vedere solamente in tv chissà per quanto tempo? Dove eravate quando ultras e tifosi facevano riunioni ed assemblee pubbliche, con centinaia di appassionati ad assistere, chiedendo a gran voce aiuto e rispetto per il nostro patrimonio sportivo affinché la città tutta facesse la sua parte per non far cadere nell’oblio la nostra storia? E quando il signor C. dalle colonne di un quotidiano sportivo nazionale parlava di “Progetto Macerata” perché non avete fatto le barricate? Tutti zitti. Oggi, però, il vostro biascicare ci dà fastidio, ci offende, perché oltre al fatto di non essere credibili sappiamo che come sempre non muoverete un dito, come se per voi la Maceratese fosse il nulla, anzi un fastidio. Non è più il tempo di parlare: ora bisogna fare. L’unica alternativa è rimanere in silenzio.
Cercate qualcuno – Non vogliamo continuare la querelle C.: le motivazioni politiche che hanno impedito la nascita di questo progetto, i battibecchi tra il sindaco Carancini e l’ex presidente Mosca e le tante, troppe, chiacchiere nate intorno a quest’idea non c’interessano e non ci appassionano più, ma visto che dite di avere tanto a cuore le sorti del calcio biancorosso vi chiediamo di prodigarvi nella ricerca di qualcuno che possa aiutare fattivamente l’attuale società a uscire dalle sabbie mobili dei campionati regionali.
Il messaggio – Quindi, un messaggio per Sacchi, Ricotta, Miliozzi e compagnia bella: avete una grande opportunità per redimere i vostri rispettivi gruppi politici, non la sprecate; fateci sobbalzare dalla sedia e saremo pronti a farvi pubblicamente le nostre scuse. Anche perché il calcio che verrà fuori dalla enorme crisi che stiamo vivendo sarà molto diverso da quello che conoscevamo. Se fanno fatica le grandi società, possiamo immaginare i problemi nelle categorie inferiori per rispettare standard sanitari complessi e costosi unitamente alla difficoltà di trovare sponsor.
Ragionare sullo sport di base – Questo è il momento, non solo per il calcio, di fare un ragionamento sullo sport di base, sui settori giovanili, la parte più bella dello sport, quella che toglie ragazzini e ragazzine dai pericoli della noia, che è salute e divertimento, che forma al sapore amaro della sconfitta e alla dolce ebbrezza della vittoria. È il fondamento per ricostruire società sportive sane, che possono reggersi su un vivaio locale capace di sfornare giovani di belle speranze.
Forza Rata! – Pensate che successo per la nostra città, sempre in crisi di appartenenza e di amor proprio, a cui piace guardare con occhi lucidi gli altri lidi, riconoscersi in una squadra che rappresenti un territorio più vasto, unendo lo sforzo di più scuole calcio in un rapporto duale con una grande società rappresentativa. Un sogno che voi politici paladini della Rata dell’ultima ora dovete far avverare. Ah, Rata è il diminutivo di Macerata usato fin dalla notte dei tempi dai tifosi nei cori d’incitamento. E visto che ci siamo, i nostri colori sono il bianco e il rosso. Così, solo per informarvi. Buon lavoro, restiamo in attesa”.
“Strada Comune”
23 maggio 2020