Recensione del libro “Da dove viene questa brezza”

È uscito il libro “Da dove viene questa brezza – Impressioni di viaggi e incontri”, scritto da Eno Santecchia ed edito da Edizioni Simple di Macerata.

La copertina – Accattivante la copertina, realizzata con un dipinto del pittore e scultore David Giovannini, raffigurante un tramonto sulla palude di Colfiorito, che con una serie di piani in rapida successione e la scalarità dei colori, conduce all’infinito. In genere si dice che un libro è come una finestra aperta e attraverso questa il lettore, dalla sua stanza, può spaziare fuori e oltre.

Finestre sul mondo – Leggendo questa ennesima fatica letteraria di Eno Santecchia ci si accorge che, alzando gli occhi dalle pagine, nella stanza non è più la classica finestra ma si sono aperte decine e decine di finestre, tante per quanti sono gli argomenti che Eno è riuscito a mettere in campo. Lo stile di scrittura è giornalistico (non per nulla è da anni collaboratore de La rucola), sintetico, rapido e scorrevole.

Diviso in quattro sezioni – Data la vastità della trattazione il libro è diviso in quattro sezioni per uniformare gli argomenti al fine di non rendere dispersiva la lettura. La prima sezione è intitolata “Viaggiare” e contiene 14 racconti su esperienze di viaggio incentrate sia sui territori che sui personaggi e sulle situazioni. Nella seconda sezione, “Incontri”, le storie sono nove e lo scrittore conduce il lettore, con le interviste fatte, ad ascoltare le vicende personali di un musicista, la storia del Sud Sudan a 360° attraverso la voce di un giovane locale. Con il professor Calcaterra, tolentinate, gli argomenti spaziano in vari settori focalizzandosi spesso sulle vicende storiche. L’ammiraglio Vincenzo Martines racconta di storie di mare antiche ma anche più vicine alla nostra epoca, passando da Ulisse a Magellano, alle spedizioni italiane al Polo. Perfino un metallo prezioso, l’argento, ha le sue storie e i suoi personaggi da raccontare che fanno da specchio alle vicende storiche e sociali dell’Egitto. E ancora i centri di cultura all’estero dei francescani, dove è posta grande cura nella ricerca e nella conservazione dei libri, soprattutto dei testi antichi. Notevole l’azione dei religiosi, e non solo, per la diffusione della cultura e della lingua italiana, che si evidenzia nella fondazione di scuole e di centri culturali, ma anche per l’impulso dato alle ricerche archeologiche. Tra le interviste troviamo anche un amico, l’artista Nabil Al Zein. In tutto il libro è diffusa la sensibilità di Eno Santecchia verso le problematiche ecologiche planetarie, massimamente rimarcata nella terza sezione “Controcorrente”, e da questa ci piace estrapolare un incipit, ricavato da una citazione di Toro Seduto, capo della tribù dei Sioux, molto esplicativo: “Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, / solo dopo che l’ultimo lago sarà inquinato, / solo dopo che l’ultimo pesce sarà pescato, / voi vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato”. Degno di nota il racconto di un marinaio, arruolato in Marina, che navigò sull’incrociatore leggero “Bartolomeo Colleoni”, affondato in periodo bellico. Nella quarta e ultima sezione, “Le Marche al centro”, sono da sottolineare gli articoli sulle antiche attività artigiane collegate alle acque dei fiumi; senza dimenticare la storia del famoso “Torrone Bettacchi”, la scoperta dei reperti egizi a Treia e una storica gelateria civitanovese o, anche, gli straordinari “maestri d’ascia” dei cantieri navali. Parlando sia di acque di fiume che di mare Eno Santecchia ci ricorda le acque di lago mentre traccia la storia di Caccamo, prima che fosse lago.

Cinquanta racconti – Insomma… questa è solo una breve ricognizione dei cinquanta racconti che danno vita a un libro molto vario, le cui pagine non annoieranno di certo i lettori. “Da dove viene questa brezza”? La risposta alla domanda. fatta aggiungendo il punto interrogativo al titolo del libro, è: la brezza informativa arriva dalla curiosità che muove gli interessi di Eno Santecchia, attento e acuto osservatore del mondo, consapevole della necessità di salvaguardare la natura, bene prezioso.           

Fernando Pallocchini

14 maggio 2020

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