Una poesia del dottor Matteo Ricucci, “L’industriale”

Attento e freddo / occhi scuri e fondi, polsi di ferro, / il suo cervello ronza / come le macchine / delle sue fabbriche: / sempre in moto, / sempre alla ricerca di nuovi successi. / Non si ferma mai, / né mai indietreggia. / Se il petto gli squarci, / meraviglia non provare / se invece di un cuore, / un calcolatore troverai.

Matteo Ricucci

8 aprile 2020

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