Le sorti dell’ospedale di Camerino stanno a cuore a tutti quelli che comprendono le difficoltà di chi abita nel territorio montano. È questa la motivazione che ha spinto il Consigliere regionale Elena Leonardi, capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione Sanità, a inviare al Presidente Luca Ceriscioli specifiche richieste.
Scrive Elena Leonardi: “Ho formalizzato questa mattina al presidente, Luca Ceriscioli, inviandogli una lettera, le istanze del territorio montano che in queste ore sta affrontando la decisione di riconvertire l’ospedale di Camerino in punto di riferimento provinciale per il Covid-19. Ho chiesto alla Giunta regionale che, nel prendere questa decisione, dia contemporaneamente delle reali garanzie per il futuro della struttura una volta terminata la fase critica, con la certezza della ripresa di tutte le normali attività oggi in essere nel presidio e di prevedere già da ora la possibilità di un potenziamento. A tal fine sarebbe opportuno indicare fondi economici accantonati a garanzia concreta per l’ospedale di Camerino. Parimenti ho chiesto un potenziamento dei servizi territoriali anche di assistenza domiciliare per la popolazione coinvolta da tale riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale, tenuto conto dell’elevata percentuale di persone anziane e delle difficoltà orografiche del territorio già fortemente colpito dal sisma, valutando il possibile potenziamento della presenza dei medici di medicina generale ed un supporto alle associazioni di mutua assistenza, ai comitati di CRI impegnati nel supporto alla popolazione e garantire un efficiente sistema di trasporto di chi deve effettuare prestazioni sanitarie negli altri nosocomi dopo la trasformazione di quello camerte. Non da ultimo – ha concluso Elena Leonardi – il ruolo della comunicazione e dell’informazione sulla riorganizzazione sanitaria in atto per l’emergenza Covid-19 sarà essenziale sia per informare tutti coloro che avevano in questi giorni già programmate delle prestazioni all’ospedale di Camerino che per chi dovesse trovarsi a dover ricorrere a prestazioni sanitarie non avendo ancora consapevolezza dell’avvenuta trasformazione dell’ospedale. Non possiamo dimenticare infatti che la zona dell’entroterra, che oggi viene caricata di un ulteriore aggravio, stia lottando da tre anni con il terremoto e l’incertezza per il futuro”.
10 marzo 2020