Lettera aperta del Sindaco Carancini sul Convitto Nazionale

In merito alle notizie relative al Convitto Nazionale Giacomo Leopardi che in questi giorni, più volte, sono state trattate dagli organi di informazione locali, l’Amministrazione comunale di Macerata interviene per chiarire alcuni aspetti con una lettera aperta che lunedì sarà  inviata anche alle famiglie e al personale della scuola da parte del sindaco Romano Carancini.

 “In questi giorni di difficoltà nazionale che ha purtroppo gravi e importanti conseguenze anche per il nostro territorio e che sta impegnando l’Amministrazione, tuttavia mi preme rispondere alle polemiche pretestuose che ancora una volta vengono sollevate sul Convitto Nazionale, una scuola storica della città a cui l’intera comunità è legata. Sebbene l’abbia fatto in più occasioni, anche in Consiglio Comunale, voglio ribadire alle famiglie e al personale della scuola l’impegno totale ed incondizionato del Comune nei confronti del Convitto Nazionale. Pertanto, ancora una volta servono parole di chiarezza che smascherano fantasiose ricostruzioni che soffiano solo paure. Vi chiedo la pazienza di ascoltare.

Il Comune di Macerata non si è mai disinteressato del Convitto Nazionale. Tutt’altro. All’indomani del sisma e della dichiarazione di inagibilità dell’edificio scolastico di Piazzale Marconi il Comune di Macerata si è adoperato fattivamente per garantire la prosecuzione dell’attività didattica delle scuole annesse al Convitto Nazionale e la sua funzione convittuale. L’Amministrazione Comunale rivendica con forza il merito di aver operato per preservare e tutelare il Convitto Nazionale. A nessuno può sfuggire, infatti, che il Comune, nonostante non fosse sua competenza diretta, ha reperito i locali dell’ex Istituto Pannaggi, ha messo a disposizione la cucina dell’Asilo Ricci, adeguandola con i lavori necessari, e ha assistito la Dirigenza scolastica del Convitto nella ricerca, per fortuna fruttuosa, di uno stabile che potesse ospitare i convittori. Questo impegno ha contribuito in modo decisivo alla sopravvivenza del Convitto e alla sua ulteriore odierna crescita.

Nella fase di emergenza post sisma il Comune di Macerata ha responsabilmente messo da parte le questioni relative alla competenza e si è accollato gli oneri di funzionamento dell’edificio di via Capuzi, in attesa di definire la questione normativa.

Lo scorso mese di febbraio, su richiesta della stessa Provincia, è finalmente arrivato il parere dell’Ufficio Scolastico Regionale, il quale ha stabilito, una volta per tutte, che spetta all’Amministrazione provinciale di farsi carico delle spese di funzionamento del Convitto e delle scuole a esso annesse. Proprio nel rispetto della normativa e degli obblighi istituzionali, il Comune dunque non ha potuto  rinunciare al diritto di essere rimborsato dalla Provincia per tutte le spese relative alle utenze elettriche, telefoniche, idriche, del gas e di manutenzione dei relativi impianti, fino ad oggi responsabilmente sostenute dal Comune. La richiesta del rimborso di quanto fin qui anticipato dal Comune non è, quindi, una astratta opzione, ma diventa atto dovuto, potendosi in caso contrario persino ipotizzare il danno erariale.

Questi sono i fatti nella loro nitida linearità e dimostrano che al Comune non può essere addebitata alcuna volontà persecutoria o volontà di danneggiare il Convitto Nazionale. La storia di questi ultimi mesi dimostra semmai esattamente il contrario.

In questo senso deve essere letto anche il costante impegno del Comune per trovare una soluzione condivisa che contemperi le esigenze della scuola e degli uffici giudiziari. Proprio per questo è stato avviato un tavolo di confronto al quale stanno lavorando Comune, Provincia, Tribunale e Convitto Nazionale, per risolvere i problemi senza prevaricare o penalizzare alcuno. In questa direzione, pochi giorni fa, insieme al Presidente della Provincia Pettinari, abbiamo chiarito tutte le criticità del passato e soprattutto, con spirito istituzionale e sincera sintonia che anima entrambi in questo passaggio, abbiamo delineato la possibile soluzione transitoria che saprà rispondere ai bisogni delle scuole – Convitto e IPSIA – e del servizio giustizia.

A partire dalla certezza che il Convitto resterà nella sede di Via Capuzi fino al recupero dello storico edificio del Convitto in Piazza Marconi dove poi tornerà, con certezza assoluta, come la scuola del centro storico.

Sull’impegno alla riqualificazione post sisma dell’immobile del Convitto, è fondamentale intanto ricordare che le opere sono state finanziate per oltre 7 milioni di euro nel secondo piano di ricostruzione del 2018 proprio grazie alle pressanti sollecitazioni da parte dell’Amministrazione comunale, che così ha superato le iniziali resistenze dell’Ufficio Ricostruzione che eccepiva come l’edificio fosse già stato oggetto di una precedente sovvenzione legata al sisma del 1997. In secondo luogo, sui tempi, posso garantire che l’amministrazione comunale insieme all’Ufficio Speciale di Ricostruzione, da poco chiuso l’impegno sul campus Alighieri Mestica, indirizzerà lo sforzo tecnico principale verso tutti gli altri immobili scolastici, ovviamente compreso l’edificio del Convitto. Su questo, peraltro, sono già state avviate le prime ricognizioni del nostro Ufficio Tecnico. A questo proposito va sottolineato che il progetto di riqualificazione risulta molto complesso perché l’immobile è un bene storico architettonico tutelato dalla Soprintendenza, la cui identità esige, quindi, il rispetto di canoni molto rigidi per acquisire l’indice di sicurezza sismica pari al 60%.

Infine, sulla questione delle direttive date dall’Ufficio Scolastico Regionale relative al numero di classi che il Convitto ha diritto ad attivare per l’anno prossimo, è una scelta che riguarda esclusivamente la complessa organizzazione del sistema scolastico regionale rispetto alla quale siamo restati estranei nel rigoroso rispetto dei principi dell’autonomia e delle competenze.

Ogni altra illazione è frutto di farneticazione personale e meditata azione di discredito verso le istituzioni. Per il futuro, nel rispetto delle competenze e dei ruoli, resta aperta la nostra disponibilità a incontrare tutti: gli Enti coinvolti, la Dirigenza e le famiglie. Lo abbiamo fatto sempre e lo continuerò a fare come sindaco di tutti.

Chiedo alla comunità di abbassare i toni ma di continuare a confrontarsi con onestà intellettuale. La scuola non merita di essere strumentalizzata per altri fini. Merita rispetto e attenzione e la giusta serenità per far crescere bene i nostri figli”.

8 marzo 2020

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