Terremotati dimenticati in fila a passarsi il coronavirus

Che noi terremotati contiamo nulla è ormai risaputo e anche in questo periodo dove il Covid-19 (o Coronavirus o novella Sars) la fa da padrone continuiamo a contare meno di niente.

Parallelo tra il ponte Morandi e le zone terremotate – Innanzitutto la gestione dell’emergenza che i ben pagati ciarlatani di Roma portano come esempio di azione governativa efficace è il ponte Morandi di Genova, che senz’altro è stata una tragedia epocale, però anche il terremoto che nel 2016 ha colpito il centro Italia ha avuto il suo bell’impatto su cose e persone. È vero però che lì dove il danno è più imputabile all’uomo che alla natura qualcosa si sta muovendo mentre in queste zone, dove la terra ha tremato e forte, a parte i movimenti dei Commissari straordinari che vanno e vengono, si muove ben poco.

Si sospende il calcio, non le scadenze dei terremotati – Sempre in questo periodo di allerta massima si danno battaglia il Governatore regionale con il Governatore supremo del Paese più bello del mondo: chiudiamo qui, anzi no apriamo là, anzi no chiudiamo tutto qui, là, sopra, sotto e anche di più. Pensate che vengono perfino sospese le Partite di Calcio. Ecco, il calcio viene sospeso e una scadenza importante per i terremotati no.

La ennesima presa per i fondelli – In pochi sapranno che entro il 18 marzo 2020 i terremotati che beneficiano dei contentini statali tipo il Contributo per l’Autonoma Sistemazione, l’alloggio nelle Soluzioni Abitative d’Emergenza e negli invenduti e anche coloro che ancora stanno nelle strutture ricettive convenzionate, devono confermare il mantenimento dei requisiti. Tutto ciò lo prevede l’Ordinanza del Capo del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale n. 614 che è uscita lo scorso 19 novembre 2019, dopo essere stata preannunciata per anni, dopo una miriade di incontri con chi il terremoto lo conosce (e le cui esigenze sono rimaste disattese) e dopo svariate uscite sulla stampa, che hanno creato più allarmismi che altro. Comunque l’OCDPC 614 alla fine è uscita nella sua veste peggiore e come scadenza prevede 120 giorni dalla pubblicazione e quindi ecco che arriva il famigerato 18 marzo 2020, con migliaia di cittadini di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo coinvolti da questa legge dello Stato.

Anziani terremotati in fila a passarsi il coronavirus – Nelle incertezze dell’ordinanza in molti, ignari che un virus ci cambiasse la vita in quattro e quattr’otto, hanno atteso la scadenza per presentare l’istanza fatta di domande scontate, a volte inutili, di non facile interpretazione e soprattutto lasciate alla coscienza di ciascuno, ed eccoli che per mantenere l’unica regalia prevista per queste zone, si ritrovano in forma massiccia davanti agli uffici comunali per reclamare il loro diritto. In barba a tutte le previsioni di contenimento del contagio valide per l’intero Paese, una miriade di persone, soprattutto anziane (le cosiddette persone a rischio che dovrebbero restare a casa) e quindi poco avvezze alle tecnologie, si accalcano davanti agli uffici, incrementando il contatto tra terremotato e terremotato e tra terremotato e addetti, ma di una proroga della scadenza non se ne parla, appunto perché contiamo meno di una partita di pallone. Eppure per quell’obolo in molti sfidano la sorte e il famigerato coronavirus perché, semmai si riesca a sopravvivere, ogni mese ci sarà quel versamento che, come ho avuto modo di dire anche nel passato, è il prezzo della nostra rassegnazione.

Donatella Pazzelli

7 marzo 2020

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