A Macerata “#femmina” è il titolo dello spettacolo di danza, organizzato dall’associazione “Talent’s dance” con il patrocinio del Comune, che andrà in scena l’8 marzo alle 17:30 al Teatro Don Bosco in occasione della Giornata internazionale della donna (Coronavirus permettendo).
Il progetto – Lo spettacolo “#femmina” rappresenta l’ultimo step di un progetto nato da un’idea della coreografa Lara Carelli di unire, attraverso la coreografia, i risultati di differenti laboratori che, con la collaborazione di professionisti, hanno creato la struttura dello spettacolo finale attraversando un percorso fatto non di sola danza, ma che rappresenta soprattutto una esperienza formativa, di vita e di crescita personale.
I laboratori coinvolti – I laboratori coinvolgono la coreografia con il free style insieme a Stylo Luca Verdinelli, la comunicazione sensoriale con la start up Mumo, la pittura emozionale con Consuela Fratini, la musicoterapia con Letizia Lapponi, comunicazione col sé corporeo con Paolo Perini, la scrittura creativa con Francesco Drago e lo yoga con Lucia Palmucci: Si tratta di professionisti che, coadiuvando Lara Carelli alla creazione di una nuova consapevolezza di tutti i partecipanti, hanno regalato al progetto una peculiarità unica. Ha fatto parte del progetto anche Bruno Giusti, che, da parrucchiere maceratese, nel tempo è diventato un punto di riferimento per i malati oncologici grazie alle sue creazioni di parrucche post-chemioterapie. Contributi fondamentali sono stati quelli della fotografa Federica Ramazzotti e del videomaker Antonio De Luca, mentre la foto del manifesto è stata realizzata da Lorenzo Possanzini.
In scena Amazzoni e Sibille – “In scena – afferma Lara Carelli – porteremo guerriere, richiamando l’idea delle donne che combattono contro il cancro e per questo devono sottoporsi alla mastectomia, sul palco sotto forma di Amazzoni. Guerriere che, perdendo i capelli con la chemioterapia, cercano di ritrovare un’identità con un burrascoso rapporto con lo specchio. Guerriere che riconoscono di essere loro stesse la causa delle loro ferite, del loro dolore. Sibille, misteriose creature, potenti legami tra cielo e terra. Donne che spesso lottano con la sessualità laddove non rispecchia un modo di amare ma diventa mercificazione del proprio sé: niente di storicamente femminista, ma piuttosto una rivendicazione rivolta al voler e poter crescere anche sotto quel punto di vista, prendendo coscienza della sfera della sensualità come espressione intima di un’anima prismatica. #femmina è un percorso fatto di esperimenti: mettersi in gioco è la prima regola, imparare la seconda, fiorire la terza. Il tutto, volendo portare in scena il frutto di un viaggio entusiasmante, all’interno di un tema nonostante tutto ancora non compreso a causa della sua vastità e prismaticità”.
Info – L’ingresso allo spettacolo è gratuito, i biglietti numerati si possono ritirare a partire dalle 17 al botteghino del Teatro Don Bosco.
4 marzo 2020