“Le Gole dell’Infernaccio” (china di Vermiglio Petetta, 2010) – È a Los Angeles il disegno a china dell’orrido scavato dal fiume Tenna (“Tinia” in etrusco, Giove) tra montagne che si toccano.
Ci sono andato ogni anno per salire a San Leonardo ma fino al 2015, quando il 9 agosto si spense a 88 anni padre Pietro, il “Muratore di Dio”. Il piccolo frate (Armando Lavini di Potenza Picena) affascinava: barba candida, mani tremanti e nodose, prediche asciutte e profonde. Un gigante. Tv e libri su di lui. L’ultimo di Vincenzo Varagona, Rai3 (2017). Feci questa china con la storia del cappuccino per La Gazzetta Italiana di Cleveland (2010), che portai a padre Pietro, felice. Fu nei Cappuccini di Fermo a 9 anni; sacerdote a 25 nel santuario dell’Ambro. Sull’Infernaccio, ebbe la visione “francescana” di ricostruire il sito benedettino, ridotto a stalla di pecore. Iniziò, il 24 maggio 1970, con carriola e un tozzo di pane di 12 giorni, dono di anziana della frazione Rubbiano. Dormì sotto le stelle…
Missionario per due anni in Sud Africa, riprese cazzuola, martello, sacchi di cemento e tubi Innocenti sulle spalle. Un lavoro solitario di 43 anni. “È preghiera, se fatto secondo il volere divino”. Ha incontrato persone buone e altre meno, tutte accolte col sorriso. Una ditta emiliana gli regalò un trattorino. Elena e Leonardo Albertini (figli dello “storico” direttore del Corriere della Sera) il luogo. È nel Parco nazionale dei Monti Sibillini. Molti gli ostacoli. “Beati voi sarnanesi che ne siete fuori!” mi disse. Per 39 anni senza elettricità, pur tra acqua, centralina idroelettrica, tubi e cavi donati da Benigni (Ascoli Calcio). Scrisse il libro “Lassù sui monti…” (1999) per narrare: antico monastero, bellezze naturali, storie e leggende dei Sibillini. In Valle d’Aosta Papa Wojtyła andava per i sentieri con questo libro in mano.
Padre Pietro manca ai tanti amici dei Sibillini.
Vermiglio Petetta – (foto by Stampató)
12 febbraio 2020