Tra gli anni ’30 e ’50, uno dei più importanti calzaturifici di Montolmo fu quello dei fratelli Giustozzi. La sua fortuna fu propiziata dalla sorella di Filippo Corridoni, Maria, che tramite il marito Amilcare De Ambris riuscì a fargli ottenere grosse forniture per l’esercito. La fabbrica era nel rione Cerqueto e quando si sviluppò lo fece a danno di un tratto delle mura castellane. Il calzaturificio era detto “la fabbrica de Cambanèlla”, nomignolo della famiglia dei Giustozzi affibbiato al padre degli imprenditori perché, da ragazzino, quando faceva il chierichetto in chiesa non suonava solo nei momenti dovuti ma scampanellava in continuo perché la cosa lo divertiva molto. Costui, da vecchio,bazzicava la fabbrica per passare il tempo. Un giorno un operaio gli disse: “A tte, a quanto se dice, te piacìa tando a sonà’ la cambanèlla, ma a fijiti je piace poco e ccerca de sonàlla sèmbre lo più tardo che sse pò” (A te, a quanto si dice, piaceva tanto suonare la campanella, ma ai tuoi figli piace poco e cercano di suonarla sempre il più tardi possibile). Infatti in fabbrica la campanella dava il segnale sia d’inizio che di fine del lavoro e i figli di Giustozzi erano… restìi a farla suonare.
Tratto da “Dicerie popolari marchigiane” di Claudio Principi
8 febbraio 2020