A Tolentino, il 15 gennaio 2020 alle ore 17:00, nel Museo Archeologico Castello della Rancia ci sarà la presentazione dello scavo archeologico, condotto dalla Soprintendenza ABAP delle Marche presso il sito del futuro Polo Scolastico “Filelfo” di Tolentino in contrada Pace.
Le ricerche hanno permesso di portare alla luce i resti di un accampamento preistorico databile a circa 11-10.000 anni fa ossia alla fase antica del Mesolitico.
I relatori
Dopo i saluti del Sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, della Soprintendente SABAP Marche Marta Mazza, del Presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinati, interverranno i seguenti relatori:
Stefano Finocchi e P. Mazzieri su “Attività di tutela e di ricerca per il più antico popolamento del maceratese”;
M. Peresani della Università degli Studi di Ferrara su “Insediamenti paleolitici nelle Marche”;
F. Fontana della Università degli Studi di Ferrara su “Il Mesolitico: gli ultimi popoli di cacciatori-raccoglitori della Preistoria”;
A. D’Ulizia, D. Visentin, A. Poli e A. Cocilova, archeologi ArcheoLAB su “L’accampamento mesolitco di Contrada Pace a Tolentino. Dall’archeologia preventiva allo scavo in estensione: risultati attesi e obiettivi degli studi”.
Appunti sul Mesolitico
Il Mesolitico rappresenta un momento particolarmente significativo della nostra storia più antica in quanto si caratterizza per il definitivo adattamento degli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori europei alle condizioni climatiche e ambientali che si sono create al termine dell’Ultima Glaciazione, nonché per la presenza di importanti cambiamenti sia socio-economici che tecnologici.
La importanza del sito di Tolentino
Il sito di Tolentino-Contrada Pace è stato perfettamente conservato dai fanghi alluvionali deposti dal fiume Chienti.
È stato possibile riconoscere a distanza di diversi millenni la superficie su cui i cacciatori mesolitici camminavano, i focolari che hanno acceso e i punti in cui hanno svolto particolari attività quali la scheggiatura della selce per produrre strumenti da lavoro e armi da caccia, la macellazione delle prede e la lavorazione di materiali organici quali il legno e l’osso.
L’eccellente stato di conservazione e la grande ricchezza del sito in termini di materiale recuperato (diverse migliaia di manufatti litici e scarti di lavorazione) ne fanno sicuramente uno dei ritrovamenti più importanti e significativi a livello italiano ed europeo per la ricostruzione dei modi di vita dei nostri antenati preistorici, oltre ad essere il primo sito mesolitico scavato in maniera estensiva nelle Marche.
9 gennaio 2019