È vero. Le antiche Chiese, le vie medievali, ci mancano e chissà se altri potranno vederle quando, dopo i terremoti, ricostruiranno: era sicuramente emozionante per i turisti passeggiare tra quelle vie e scorgere le antiche mura di cinta, forse noi che quasi tutti i giorni passavamo tra quei vicoli non ci rendevamo conto di attraversare la storia.
Dobbiamo ringraziare i Forestali, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, l’Esercito se con le mani, o con mezzi moderni, hanno recuperato lo scrigno di cultura che si trovava sotto le macerie – forse ancora ve ne sono tracce – delle nostre valli bagnate dal Chienti, dal Nera, con lo sfondo dei Monti Sibillini.
Camerino ha realizzato una mostra di valenza nazionale “Dalla polvere alla luce: l’arte recuperata”, speriamo, anche per solidarietà a queste zone, che l’esposizione sia visitata da molte persone, anche per constatare la volontà dei camerti di ricostruire la loro città.
Anche se azzoppato il territorio ha saputo esaltare alcune delle sue vocazioni quali la cultura e il turismo.
Le nuove tecnologie utilizzate per recuperare l’arte nelle calamità naturali ci facciano rivivere, rivedere, pur se in modo virtuale (speriamo sia possibile anche nell’alto Nera) la nostra storia, le nostre tradizioni. La ricostruzione e lo sviluppo sono fondamentali, ma la cultura è il collante per legare il passato al presente al futuro e per provare a ripopolare un territorio destinato a divenire sempre più vecchio. Il Parco dei Monti Sibillini è stato assente alle sue prerogative istituzionali in questi anni della tragedia del terremoto, ma ora, con il cambio del Presidente, speriamo che le cose cambino e non solo per la cultura.
La visita a Camerino di Papa Francesco è stata un faro per la città: Camerino è passata dal cono d’ombra in cui viveva, alla ribalta nazionale e internazionale.
È stato importante l’incontro della città con Papa Francesco e non va dimenticato ed ecco perché ci riscalda i cuori ricordarlo.
Sembra che l’attenzione ai territori più colpiti dai terremoti della Provincia di Macerata sia più importante, tanto è vero che il Presidente del Consiglio Conte è venuto a Castelsantangelo sul Nera, ha parlato con la popolazione (poca per la verità), ha visitato il Paese, ha incontrato il Sindaco, le altre autorità di Regione e Provincia.
Le pressanti richieste
Il popolo terremotato, i Sindaci, hanno chiesto la drastica riduzione della burocrazia, un legge per l’autocertificazione solo dei progettisti privati con i dovuti controlli, norme contro il nuovo spopolamento, investimenti, nuove fabbriche e occupazione, zone franche che non riguardino tutti i territori, ma quelli maggiormente colpiti nel cratere, un sottosegretario addetto esclusivamente al terremoto (il precedente non ha funzionato), il no a valanghe di ordinanze uguali per tutto il territorio del sisma e tra i provvedimenti è indispensabile la differenziazione tra i territori più piccoli che hanno avuto i maggiori danni e gli altri. I terremotati del centro Italia, durante gli incontri, non hanno dimenticato le altre zone colpite da eventi sismici (L’Aquila ha aperto l’ufficio postale in muratura dopo 10 anni), perché gli abitanti di quelle zone attendono di tornare nelle loro città dopo lo sconvolgimento delle loro vite e del territorio. Il problema vero per tutta Italia è la prevenzione. Un precedente Governo aveva varato, dotandola di fondi, una struttura di prevenzione per tutto il Paese, “Casa Italia”, cancellata inopinatamente dal Governo giallo/verde, e non inserita da quello giallo/rosso.
Ogni incontro sarebbe importante se…
Ogni incontro è importante perché dà attenzione alle zone terremotate, ma sarebbe veramente positivo se si vedesse che le macerie sono tutte eliminate, che la ricostruzione è partita, che la viabilità è definitivamente resa percorribile, che i giornali arrivano in tutti i paesi terremotati, che i cimiteri sono ristrutturati…
Giulio Lattanzi
7 gennaio 2020