Piovono tutti i miei addii
a ridosso dei murales,
nel fumo e negli squarci
di una città simbolo, e protesa,
che sussiste,
aggrovigliata di ruggine,
di crocicchi e di pochi colori,
di limiti e di sorte.
Ogni moto di comprensione
pare come un ghetto;
come il venire al mondo
di una generazione invisibile,
che lungo una scia
imperturbabile, traccia
inconsciamente i propri
incubi, nei sensi dileguati e mai
raggiunti.
Elisa Eötvös
2 dicembre 2020