È dal gennaio 1998, l’Anno dedicato allo Spirito Santo, che sta lì, nel piccolo rosone che completa la facciata della Chiesina rurale “SS Crocefisso” di Pelliccetto, eretta quasi cento anni fa ai piedi del colle di Castelnuovo di Recanati, nella strada che in ripida discesa si dirige verso Osimo.
La vetrata artistica
Lo Spirito Santo, nella tradizionale figura di candida colomba riprodotta su artistica vetrata, ricorda ai viandanti che la Fede può aiutare nel tratto di via che c’è ancora da compiere. Io, che allora ne promossi la realizzazione, scendevo in auto ieri lungo quella strada, con la fretta che di questi tempi ormai ci contraddistingue tutti, quando un occasionale raggio di sole attirò di sfuggita l’attenzione illuminando quella immagine che appariva interessata da frastagliati ricami, mai in precedenza notati.
Tre mattonate
Immediata frenata di controllo e foto ricordo. Ve la propongo. Vi appaiono le inconfondibili impronte di tre di quelle che una volta si chiamavano “mattonate”, campeggianti nitidamente sul vetro protettivo che per il resto ha brillantemente resistito all’insulto dell’abile quanto ignoto lanciatore. Il tutto a durevole testimonianza dell’abilità del soggetto nel lancio del mattone nonché della sua stupidità e arroganza.
Quella volta mi salvai spostandomi…
Era dai tempi delle dispute fra tifosi di Coppi o di Bartali che non mi capitava di avere a che fare con un lancio di mattone.
Allora successe di vedere questa “atletica” disciplina praticata nei miei confronti da un “esuberante” tifoso avversario. Allertato però dalla mole dell’oggetto e dalle urla di quel forsennato, con un pronto scarto riuscii abilmente e senza danno a evitare l’offesa.
La colomba ha sostenuto l’attacco… a pié fermo
Qui non è stato così, perché l’incolpevole immagine di colomba, pur dotata di diafane ali, attendeva a piè (si fa per dire) fermo di subire la prova di stupidità dell’ignoto quanto vile attentatore. Il quale forse avrebbe potuto dimostrare la sua forza e destrezza assai meglio in un baraccone di qualche lunapark conseguendo forse anche un premio sotto forma di un cane di peluche o di un sacchetto di popcorn, da consumare con gli amici di merende, godendo del plauso e dell’ammirazione per tre bei lanci coronati da “giusto” successo. Ma così non è andata. Il poveraccio si è dovuto difatti ritirare scornato e scontento più di prima tant’è che quell’inerme piccione, pur bistrattato, è ancora lì a svolgere il suo compito programmato. Che è quello di ricordare al viandante che a questo Mondo, se non ci fosse lo Spirito consolatore che soccorre nel momento del bisogno e che nulla ci chiede se non di elevare per qualche attimo il nostro essere a Dio, saremmo tutti più soli e certamente più disperati.
Giuseppe Sabbatini
21 dicembre 2019