Ordine degli Ingegneri: “Decreto sisma ennesima occasione persa”

La presa di posizione degli Ordini degli Ingegneri delle Marche riuniti nella Feding Marche per cui il testo licenziato dalla Commissione Ambiente e LL.PP. della Camera dei Deputati non consente di imprimere nessuna accelerazione e semplificazione alla ricostruzione.

Gli ordini provinciali degli Ingegneri di Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli, riuniti in Federazione Regionale, dopo aver preso visione del testo licenziato dalla Commissione Ambiente e LL.PP. della Camera dei Deputati per la conversione in legge del decreto legge 24 Ottobre 2019 n. 123 (disposizioni urgenti per l’accelerazione alla ricostruzione post sisma del Centro Italia) hanno rilevato evidenti criticità evidenziando l’assenza meccanismi migliorativi in grado di imprimere una qualsiasi accelerazione e semplificazione ai lavori di ricostruzione.

È quanto emerso in occasione di una conferenza stampa tenuta martedì 26 novembre alle ore 12,00, presso la sede della Federazione Regionale Ordini degli Ingegneri Marche.

Tutto ciò nonostante la Rete Nazionale delle Professioni Tecniche presieduta dall’Ing. Armando Zambrano, con la utilissima collaborazione e partecipazione delle rappresentanze dei professionisti locali, sia stata audita dalla Commissione Ambiente della Camera e abbia illustrato e consegnato un documento preciso, dettagliato e motivato, sulla scorta delle reali esperienze dei professionisti avute in questi anni.

Ben oltre 20 emendamenti, quelli studiati da RPT, che costituivano una proposta seria e coordinata per addivenire a una soluzione praticabile e in tempi rapidi, pur nel marasma burocratico della ricostruzione.

A fronte di dati ufficiali, risulta che ci sono sempre meno professionisti disposti a lavorare nelle pratiche sisma, vista l’enorme burocratizzazione del sistema acuita dall’attuale DL sisma, tutto questo in un quadro generale in cui il settore delle costruzioni è in ginocchio, l’economia delle regioni colpite è a picco e lo spopolamento delle aree interne appare sempre più un fenomeno irreversibile.

In un contesto come quello marchigiano, a esempio, a fronte di 40.000 progetti previsti per la ricostruzione ne sono stati istruiti circa 5.000 e solo 2.000 sono andati a buon fine e questo rende evidente la necessità di velocizzare le pratiche per la ricostruzione.

Non sarà certo l’autocertificazione, così come proposta nel decreto, lo strumento in grado di accelerare i tempi, in quanto i professionisti debbono dichiarare sotto responsabilità civile e penale la conformità edilizia e urbanistica cosa impossibile anche nel caso di piccoli abusi.

Sarà invece uno strumento inutilizzabile, a meno di un radicale snellimento delle regole burocratiche non perché, come taluni hanno provato ad insinuare, i professionisti non vogliono assumersi responsabilità, ma semplicemente perché nella stragrande maggioranza degli immobili sono presenti piccole difformità che non possono essere la causa del rallentamento delle pratiche di richiesta del finanziamento.

Feding Marche, conformemente alla posizione della Rete Nazionale delle Professioni Tecniche chiede quindi al Governo e a tutti i Parlamentari di tornare sui propri passi ed accogliere le sue proposte, nella convinzione di aver dato un contributo essenziale, in adempimento al proprio ruolo di sussidiarietà alla Pubblica Amministrazione allo scopo di scongiurare il futuro collasso sociale delle aree interne duramente colpite.

Alla conferenza stampa erano presenti il Presidente della Federazione Regionale Ing. Massimo Conti, il Consigliere Nazionale Ing. Raffaele Solustri e i Presidenti dei cinque Ordini Provinciali: Ing. Giorgio Fazi dell’Ordine Ingegneri Pesaro Urbino e vice Presidente Feding Marche; Ing. Alberto RomagnolI dell’ Ordine Ingegneri Ancona; Ing. Maurizio Paulini dell’Ordine Ingegneri Macerata; Ing. Antonio Zamponi dell’Ordine Ingegneri Fermo; Ing. Stefano Babini dell’Ordine Ingegneri Ascoli Piceno.

Per info e contatti:

MAIL info@federazioneingegnerimarche.it – TEL. 071 6621537

27 novembre 2019

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