Folta delegazione di archeologi libici ospite di UniMC

Arriveranno in Italia da una Libia martoriata da una guerra civile senza fine attraverso una lunga strada – da Tripoli a Misurata e poi Tunisi – gli studiosi e ricercatori che martedì e mercoledì, 26 e 27 novembre, saranno all’Università di Macerata. Si tratta forse della delegazione più numerosa nel campo dei beni culturali mai giunta nel nostro Paese in questi ultimi anni, proprio in virtù dell’antico e stretto legame con l’Ateneo maceratese. La missione di Unimc in Libia è nata, infatti, nel 1968 ad opera di Antonino Di Vita per proseguire fino a oggi a ritmi alterni, a causa dell’instabilità politica del Paese.

Antonino Di Vita

 

Gli ospiti libici

Sarà ospite di Macerata una rappresentanza del Dipartimento delle Antichità della Libia – composta dal presidente Mohamed Faraj Al Faloos, dal direttore delle ricerche archeologiche Mustafa Turjman, dal direttore alle relazioni internazionali Bashir Galgham, dal direttore della sezione informatica Feryal Sharfeddin, dal capo delle ricerche archeologiche Mahmud Hadia – insieme ai soprintendenti alle antichità Ezeddin Fagi per Leptis Magna e Abuojalah Rahoumah per Sabratha, entrambi siti Unesco. 

 

Il convegno

L’occasione è data dai due giorni di convegno “Macerata e Libia. Archeologia tra passato, presente e futuro”. Si tratta di una opportunità per conoscere e capire gli effetti di guerre e conflitti sullo stato di siti archeologici tanto importanti per la conoscenza della civiltà romana e dal forte impatto monumentale. Per l’occasione Attilio Mastino, presidente del comitato scientifico de “L’Africa romana”, presenterà i nuovi volumi di “Libya Antiqua”, la rivista ufficiale del Dipartimento delle Antichità della Libia, fondata nel 1964 da Di Vita insieme all’amico e collega inglese Richard Goodchild e all’allora direttore libico alle Antichità, Nureddin Shelli.

 

La digitalizzazione

Sarà illustrato anche il lavoro di digitalizzazione e messa on line del ricchissimo patrimonio archivistico portato avanti negli ultimi tre anni del centro informatico di ateneo sempre in collaborazione con il Dipartimento per le antichità della Libia. Si tratta di decine di migliaia di documenti riguardanti l’archeologia in Libia a partire dagli anni’20, conservate nel Centro di documentazione e ricerca sull’archeologia dell’Africa settentrionale. Verrà proiettato anche il film “Storie dalla sabbia. La Libia di Antonino Di Vita”. Il programma completo è su www.unimc.it.

 

La missione maceratese

“La missione di Macerata – spiega la direttrice Maria Antonietta Rizzo – proseguendo sulla strada tracciata da Antonino De Vita, intende pagare quei debiti scientifici contratti dall’archeologia italiana in tempi assai lontani, nella convinzione che, attraverso un’attenta e rigorosa raccolta di dati, possano essere individuati idonei progetti di restauro, purtroppo non sempre possibili dato l’enorme numero dei monumenti e la scarsità dei fondi. Studi e progetti potranno comunque garantire, nonostante i pericoli e le tristi vicende umane dell’attuale momento storico, una lunga vita a quei monumenti, offrendo alla comunità scientifica nuovi dati sulla vita e la storia di queste importanti città della Tripolitania antica e assicurando alle future generazioni informazioni e documentazioni che permettano loro di continuare nell’opera di studio, restauro, salvaguardia, conservazione e valorizzazione di un patrimonio culturale che appartiene alla Libia e a tutta l’umanità”.

24 novembre 2019

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