Non solo trash. A volte i social network esprimono la loro potenzialità positiva, lo testimoniamo in quanto consultando i “post” del gruppo Facebook “simboli dell’età medievale” ci siamo imbattuti nella foto di un curioso manufatto lapideo scattata in un museo dell’Emilia Romagna. Si trattava di un altro esemplare di lastra incisa a clipei con lettere e simboli, simile a quelli da noi descritti con un articolo lo scorso anno (https://www.larucola.org/2018/04/16/macerata-svelato-il-mistero-della-pietra-con-lave-maria-incisa/), presenti a Pievetorina, Cupramontana, Siracusa. In particolare ricordiamo quello di Macerata, completo e tradotto da Libero Paci come “salutazione angelica”.
Il reperto del Museo Renzi
Ma partiamo dall’inizio: contattiamo il museo Renzi situato in località San Giovanni in Galilea, nel comune di Borghi (FC), e grazie alla collaborazione di Luca Mandolesi e Andrea Antonioli otteniamo foto e scheda del manufatto custodito nel museo. La descrizione parla di un frammento di lapide in marmo greco delle dimensioni di cm. 36x33x6, integra solo nell’angolo superiore sinistro, che presenta una serie di cerchi incisi con figure animali, stelle, simboli e lettere gotiche (foto 1). Dalle lettere, contenute nei cerchi più piccoli, si compone la parola “iagra”, e quindi si deduce la presenza anche qui della salutazione angelica (ave maria gratia plena). Si suppone che lo “stampo” fosse appartenuto alle monache agostiniane di Roncofreddo, dal momento che è stato trovato in quella località, dove era utilizzato, al rovescio, come macina da colori. Ma l’altra informazione importante della scheda è la seguente: si dice che ci sono stampi simili nei musei di Rimini, Forlì, Ravenna, Verona, eccetera. Quindi la nostra ricerca continua.
Il reperto del Museo L. Tonini
Il secondo museo che siamo andati a contattare è il Museo “L. Tonini” della città di Rimini, che nella persona della dottoressa Orietta Piolanti ci ha inviato foto e scheda del manufatto, in quattro pezzi ricomposti, delle misure di cm.66x44x4,5. Anche di questo non si conosce il luogo preciso del rinvenimento, ma essendo una donazione del 1800 di un sacerdote, don Luigi Matteini, si può supporre una provenienza di ambito ecclesiastico. Non disponiamo di interpretazione delle scritte; da un primo sguardo riteniamo possibile che su questi clipei fosse incisa un’orazione diversa dalla salutazione angelica. In fondo a sinistra il monogramma nel clipeo più grande, composto da una M, con sopra una croce che simboleggia Gesù e il pastorale, può essere interpretato Maria Divina Pastora (vedi foto 2 – archivio fotografico Musei Comunali, ph Piero Delucca).
Due reperti dei Musei Civici Forlivesi
Infine, la dottoressa Flora Fiorini dei Musei Civici Forlivesi, ci invia foto e notizie dei due esemplari in loro possesso: uno sembrerebbe intero, con 9 clipei, e il frammento di un altro. In entrambi non ci sono lettere, ma soli simboli, finemente incisi, che sono: la mezzaluna con raggi di sole, il giglio di Francia, la stella a otto punte, la vite, l’edera, il delfino, ecc. Una simbologia che riporta all’Araldica Ecclesiastica (foto 3 – 4).
A oggi l’unico esemplare completo è a Macerata
La nostra ricerca continua, mancano all’appello i musei di Ravenna, di Verona e chissà quanti altri sono compresi in quell’“eccetera” che speriamo si sveli, come speriamo che Macerata, con il suo esemplare completo (a oggi unico per quanto ne sappiamo), lanci l’idea di uno studio per accertare l’origine di tali manufatti, il periodo in cui sono andati, per così dire, di moda, il loro vero e reale utilizzo, magari anche la bottega che li produceva, il filo conduttore che li unisce tutti. Noi, in base alle ricerche effettuate con gran cura, insistiamo nell’idea del loro uso intorno al 1200 per fare i crozetti (pasta fresca) nei monasteri, naturalmente questo fino a prova contraria, anche se la nostra appare come la soluzione che ai direttori dei vari musei contattati appare come la più interessante e vicina alla realtà.
Simonetta Borgiani
16 novembre 2019