Dopo la notte l’alba,
dopo l’urlo il vagito,
dopo la croce il cielo.
E ancora poi la notte,
poi l’urlo, poi la croce,
entro l’eterno cerchio
dell’umana vicenda.
Smettete di cercare
un senso nel dolore:
vi basti la sua Legge,
necessità che inchioda.
Non serve allora il prete
che insiste a consolarvi.
Il saggio si fa giunco,
veste di roccia il forte.
Certo, un povero cristo,
che di virtù sia nudo,
naufraga nel suo sangue.
E mai un’alba, né un cielo.
Franca Petracci
29 settembre 2019