Alcuni anni fa, in occasione della tappa settempedana della campagna Legambiente “Salvalarte” per la difesa e la valorizzazione del patrimonio artistico “minore”, l’architetto Luca Maria Cristini venne in possesso della copia di una pianta, fornitagli dall’ufficio tecnico comunale.
Il Duomo Vecchio di Castello
Oggetto della manifestazione era il Duomo Vecchio di Castello, cioè il Santuario che ospita le reliquie di San Severino vescovo di Settempeda, vissuto nel V secolo d. C.. Il Santuario si trova sul Monte Nero, dove nel Medioevo sorgeva il Castrum Regale. Oggi è per tutti “Castello al Monte”, e il complesso ospita, oltre la chiesa e le spoglie del Santo, il pregevole museo G. Moretti (il museo è visitabile, la chiesa no a seguito del più recente sisma). L’edificio è stato restaurato dopo il sisma del 1997, e con l’occasione sotto il pavimento sono stati effettuati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche degli scavi archeologici, i cui risultati ancor oggi non sono stati pubblicati, ma furono relazionati in corso d’opera nel 2006, durante una conferenza tenuta dall’ispettore della competente Soprintendenza.
La eccezionale scoperta
Per farla breve, sotto il pavimento sono state trovate ben 7 stratificazioni, e una di queste si presenta identica alla pianta di San Claudio al Chienti, come dimostra l’immagine fornitaci dall’architetto Cristini. La presenza delle due torri gemelle, di cui parlò nel 2007 anche la stampa locale quotidiana, risolve il dilemma del palazzo con due torri presenti nello stemma cittadino e in antichi sigilli comunali.
È anche la conferma dell’esistenza della chiesa prima dell’anno 1000, come già attestato in un documento datato 944, il che dovrebbe far retrodatare la chiesa di san Claudio, sempre che la stratificazione in questione con le due torri sia quella dell’anno 944 (purtroppo la Soprintendenza nulla ha pubblicato di scritto sugli scavi).
In data di riapertura al culto della chiesa nel 2010, erano già stati pubblicati i primi studi sulla teoria della “Francia Picena” (Giovanni Carnevale, Simonetta Torresi e Enzo Mancini) ma questa notizia probabilmente non ha avuto il risalto che meritava.
Le torri circolari
È stata riportata oggi alla luce grazie alla corposa pubblicazione dell’architetto Cristini, “San Severino vescovo di Settempeda”, e potrebbe aprire nuovi scenari. Guarda caso, anche la chiesa di Santa Maria a Pié di Chienti presenta anch’essa i resti di almeno una torre circolare laterale, segno che ci fu un periodo, tra un terremoto e l’altro, in cui usava questo modello costruttivo. Attendiamo con interesse che la Soprintendenza pubblichi qualcosa, magari dopo altre indagini; la città di San Severino ha ancora moltissimo da raccontare. Noi intanto stuzzichiamo, con le nostre ucronìe.
(Immagini delle piante di San Claudio, del Duomo vecchio di San Severino e dello stemma di San Severino Marche per gentile concessione di Luca Maria Cristini – immagini delle chiese di San Claudio e del Duomo Vecchio per gentile concessione di Alberto Monti)
Simonetta Borgiani
27 settembre 2019