Macerata, finito dentro scatoloni il “Presepe della ricostruzione”

Nota del Direttore – “A Macerata, civitas Mariae, i presepi non hanno vita facile; non fu acquisita la Collezione Cassese composta da rarissimi presepi provenienti da tutto il mondo ed è stato stipato in scatoloni messi in ‘soffitta’ il Presepe della Ricostruzione per il quale, al solito, prima tante belle parole, poi… Ma si sa, a Macerata per fare accoglienza ci vuole una forte spinta ideologica oppure economica. Non è il caso dei presepi, con buona pace di San Francesco e delle nostre tradizioni”.

 

La storia del presepe di Elio lu fornà’

Presepe di Elio – particolare

C’era una volta in via della Pace, in un locale sottostante il forno-panetteria di Elio Angeletti, un magnifico e suggestivo presepe, meta ogni Natale, di interminabili file di bambini e adulti maceratesi e non solo. Il caro Elio ogni anno vi apportava con passione e dedizione spettacolari migliorie. Alla sua morte e chiusura dell’esercizio, il presepe viene preso in custodia dal nipote Ovidio Monaco e trasferito a Castelsantangelo Sul Nera. Lì conobbe una seconda gioventù, ma l’improvviso e distruttivo terremoto del 2016 fece decidere per un nuovo trasferimento. Dopo contatti, il comune di Macerata mise a disposizione un proprio locale in via don Minzoni, facendolo così diventare “Il presepe della ricostruzione”. Per lo storico gioiello di Elio Angeletti sembrava finalmente ritornata un po’ di pace. Non era così.

 

Lo sfratto

Il comune, dato in affitto il locale, gli notifica uno sfratto. Ora questo immenso tesoro di statuine e meccanismi pare giaccia smontato dentro scatoloni depositati al Centro Fiere di Villa Potenza. Mi chiedo: “Possibile che a Macerata non ci siano 10 mq per ospitarlo nuovamente montato e fruibile come una volta da piccoli e grandi?” Eppure ha una storia e un’età di tutto riguardo. Tenerlo inutilizzato e dimenticato in quel di Villa Potenza significa condannarlo e sicura e veloce morte. Significa offendere i ricordi di intere generazioni che ogni Natale si davano appuntamento in via della Pace, nella stanza dei sogni di “mago Elio”. Significa distruggere la memoria di un grande presepista, di una persona che ha speso tutti i suoi momenti liberi per tramandare una tradizione (cristiana) partita nella notte dei tempi da Greccio. Perché tutta questa indifferenza e insensibilità? Adoperiamoci a salvare “lu presepiu de Elio lu fornà”.

Mario Monachesi

5 luglio 2019

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