Pollenza si appresta a celebrare due ricorrenze di ampio respiro culturale e artistico: i 200 anni dalla prima stesura dell’Infinito di Giacomo Leopardi (1819) e i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (Amboise, Francia, 1519). Due importanti eventi storici che trovano collocazione nella mostra di pittura, grafica e scultura “Leonardo, Scipione, Mafai e … L’Infinito” e hanno come tema conduttore l’idillio leopardiano più famoso al mondo: “Sempre caro mi fu quest’ermo colle …” e così via. “Oltre che un gioiello della nostra letteratura – rileva il poeta Davide Rondoni -, L’Infinito è una poesia prodigiosa, evocativa, in cui il vento tra le piante si alza, sollevando un sogno biblico. Siamo fatti d’infinito, per l’infinito; è soltanto guardando ciò che non si vede che si può fare l’esperienza dell’abbandono all’eterno”. Ecco spiegato come il pensiero dell’infinito sia presente nel cuore di ogni essere umano e come tale ispiri gli artisti di ogni tempo e luogo.
Oltre a pregevoli riproduzioni artistiche dei capolavori di Leonardo (Autoritratto, Uomo vitruviano, Gioconda e Dama con l’ermellino) la mostra presenta opere storiche di Gino Bonichi noto come Scipione (il dipinto giovanile “In memoria di un mattino”, 1926, e il disegno acquerellato “Adamo ed Eva”, 1925), e di Mario Mafai (“Uomini oranti”, 1930, un olio che risulta dipinto anche sul retro con una natura morta).
È la prima volta che Pollenza ospita opere di questi due grandi esponenti della Scuola di via Cavour, primo nucleo della Scuola romana, legati da profonda amicizia e da comuni finalità artistiche. Da rilevare che Scipione (Gino Bonichi) è nato a Macerata nel 1904, poi si è trasferito a Roma all’età di 5 anni, e che Mario Mafai ha prestato la prima parte del servizio militare proprio a Macerata. I due Dioscuri si conosceranno in seguito a Roma nel 1924.
In mostra sono presenti anche opere dei maestri del Novecento italiano: Luigi Bartolini, Renato Birolli, Remo Brindisi, Domenico Cantatore, Arnoldo Ciarrocchi, Franco Gentilini, Alberto Gianquinto, Renato Guttuso, Pierluigi Lavagnino, Carlo Levi, Anton Zoran Music, Giovanni Omiccioli, Paolo Pace, Tino Stefanoni, Orfeo Tamburi, Mario Tozzi, Valeriano Trubbiani, come pure degli artisti Angelino Balistreri, Mauro Capitani, Giorgio Ciommei, Gionata Copparo, Sesto Americo Luchetti, Marco Luzi, Rolando Sampaolesi, Vittorio Tessaro e degli indimenticabili pittori pollentini Fabio Failla, Giuseppe Fammilume, Manrico Marinozzi e Vincenzo Monti. Nell’insieme una esposizione molto ricca e suggestiva che viene a nobilitare il doveroso omaggio a Leonardo da Vinci e Giacomo Leopardi, due figure di altissimo livello, l’uno come “genio universale” per antonomasia, l’altro come sublime interprete del sentimento umano.
La mostra è curata dal critico d’arte Alvaro Valentini e si terrà nella Sala Convegni del Palazzo Municipale di Pollenza dal 6 al 21 luglio, nell’ambito della 28^ Esposizione di Antiquariato, Restauro e Artigianato artistico, una manifestazione di successo che ormai ha varcato i confini delle Marche, terra dell’armonia e dell’Infinito leopardiano. Orario visite: da lunedì a venerdì dalle 20,30 alle 24,00, sabato e domenica dalle 17,30 alle 24,00. Una occasione da non perdere.
2 luglio 2019