L’elemento chimico contenuto nel parafulmine della torre civica di Montelupone è il Torio (Th – numero atomico 90). Insieme con l’Uranio, è un elemento naturalmente radioattivo ma, a differenza del primo, è debolmente radioattivo, pur avendo una emivita di 15.05 miliardi di vita. É un elemento molto diffuso in natura, anche in Italia – ci ha spiegato il chimico Alberto Muccichini, già vicesindaco – ed è un sottoprodotto delle “terre rare”, essenziali per i prodotti elettronici, di cui è molto ricca la Cina.
Il Torio è color argento, ma con l’ossidazione diventa ben presto nero.
Pare che, alcuni decenni fa, una circolare abbia consigliato, o prescritto, di eliminare i parafulmine al Torio. Forse non tutti hanno provveduto.
Nel caso di Montelupone, il parafulmine era di notevole entità, almeno tre metri, per salvaguardare un manufatto trecentesco. Quando l’esperto caposquadra degli operai addetti alla rimozione ha notato l’ossidata targhetta del Torio, il geometra comunale Andrea Pesaola è andato a prendere il suo privato misuratore di radioattività, lo ha avvicinato al parafulmine e, da lì, è partito l’allarme.
Comunque, la radioattività riscontrata non si è accresciuta con le scariche subite nei decenni, ma si è mantenuta costante per la lunga emovita del Torio.
Tuttavia, è da sottolineare ancora che il Th è debolmente radioattivo, il che fa ben sperare che i tre operai intervenuti non abbiano da patire conseguenze.
Il sindaco Rolando Pecora è grato a quanti sono intervenuti con prontezza e alta professionalità. In particolare, ringrazia il Prefetto dott. Iolanda Rolli che, con grande apprensione e umanità, ha seguito la vicenda in diretta, minuto per minuto.
14 giugno 2019