Cresce il tasso di occupazione dei laureati magistrali dell’Università di Macerata. É quanto emerge dal XXI Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale del consorzio interuniversitario AlmaLaurea pubblicato in questi giorni.
Le percentuali dicono: “Sì”
La percentuale di laureati UniMC impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione passa dall’84,2% della precedente indagine all’attuale 86,2% (81% per i magistrali biennali e 89,5% per i magistrali a ciclo unico) contro una media dell’85,5%. Il 74% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto; il 64% dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite all’università.
In media, la formazione umanistica di UniMC risulta più facilmente spendibile sul mercato del lavoro ad altre analoghe. Per fare qualche esempio: i laureati maceratesi nelle materie relative all’insegnamento sono occupati al 93% contro la media dell’89%, quelli in lingue all’85% rispetto all’82% e quelli in lettere al 78% contro la media del 72%.
Tirocini ed esperienze all’estero
Sicuramente importante è il ruolo giocato dalle esperienze di stage nonché dalla possibilità di studiare all’estero offerte dall’Ateneo. Il 76,8% dei laureati, infatti, ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi contro una media del 59,3%. Nell’arco complessivo del ciclo di studi 3+2, inoltre, il 24% degli studenti ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea contro una media nazionale del 21%, valore che supera l’obiettivo fissato in sede europea per il 2020 pari al 20%.
Fare un’esperienza di tirocinio o un’esperienza di studio all’estero sono carte vincenti sul mercato del lavoro: secondo AlmaLaurea, infatti, a parità di condizioni, il tirocinio si associa a una probabilità maggiore del 9% di trovare un’occupazione a un anno dalla conclusione degli studi, mentre le esperienze all’estero aumentano le chance occupazionali del 12,7%.
Doppi titoli e laboratori imprenditoriali
“Il nostro ateneo – sottolinea il rettore Francesco Adornato – punta molto sull’internazionalizzazione e sul raccordo con il mercato del lavoro. Sono in aumento i corsi di laurea a titolo doppio o multiplo, che permettono di vivere e studiare almeno un anno nel paese dell’Ateneo partner. Organizziamo laboratori trasversali a tutti i corsi di laurea che permettono di acquisire competenze pratiche e relazionali per poter applicare concretamente la formazione acquisita durante gli anni di studio. In questo senso stiamo rafforzando anche la nostra offerta cosiddetta di terzo livello, che comprende master e scuole di specializzazione. In particolare, proprio quest’anno abbiamo dato il via a un nuovo ciclo di dottorati di ricerca dal carattere fortemente innovativo e internazionale che possa aprire non solo le tradizionali strade della ricerca accademica, ma anche fornire quelle professionalità specialistiche ed emergenti richieste dalle aziende”.
I settori di lavoro
Ma dove vanno a lavorare i laureati magistrali UniMc? Il 52% è inserito nel settore privato, mentre il 44% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 93%, mentre l’industria accoglie il 7% degli occupati; marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
I risultati confermano anche il gradimento dell’Ateneo da parte degli studenti: 9 laureati su 10 sono soddisfatti del proprio percorso di studi e del rapporto con i docenti, ritendo adeguato il carico di studi. Migliorabile la valutazione sulle aule, ritenute adeguate dal 79% degli intervistati. Un dato ben presente all’Ateneo, che si sta muovendo per ampliare gli spazi disponibili a fronte di una popolazione universitaria cresciuta negli ultimi anni.
7 giugno 2019