Amare noi stessi come condizione per amare il prossimo

Pitagora e Aristotele, ci hanno insegnato che l’Amicizia presuppone: l’uguaglianza… poiché diventare amici è come essere alleati e questo legame viene unito dall’amore; per cui occorre proteggere e custodire l’amore per preservare e mantenere l’amicizia… E in questo modo si esprime Bertrand Russel: “La via retta è quella ispirata dall’amore e guidata dalla conoscenza, esse spingono l’intelligenza a scoprire sempre nuovi modi di giovare ai propri simili”. Norberto Bobbio scrisse: “Le soddisfazioni più durature della vita le ho tratte dalle relazioni con i maestri che mi hanno educato, dalle persone che ho amato e mi hanno amato”. Infine Eugenio Scalfari afferma: “Sono circondato da molto amore e lo ricambio con intensità, ricambiare l’amore non è fatica, anzi reca riposo e beatitudine”. Queste tre citazioni sottolineano il primato esistenziale dell’amore: la via del bene e della giustizia è la più nobile che si conosca. La più limpida e leale. È necessario però, per completare il senso e il contenuto della parola “amore”, collegarsi a qualcosa di più trascendentale… Dio e l’Anima… la condizione dei rapporti interumani che rende possibile ogni amore. Non possiamo tralasciare la grande attenzione posta da Sant’Agostino in questo suo richiamo: “Una volta per tutte ti viene imposto un breve precetto: ama e fa ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’Amore, poiché da questa radice non può procedere  se non il bene! Sant’Agostino è chiaro, ogni verità dalla nostra bocca, per amore e con amore! Perché l’amore non è melassa! È però necessario che l’essere umano possegga l’amore verso se stesso per nutrire amore verso gli altri; giacché l’amor proprio è l’unica molla possibile che consenta il manifestarsi dello slancio d’amore verso gli altri (e verso se stesso) con entusiasmo, eroismo, magnanimità. La mancanza di amor proprio porta l’uomo a una indifferenza verso tutto, sorge una nebbia greve d’insensibilità verso tutto e tutti… secca la vena della poesia, della immaginazione l’uomo, non amando più se stesso, non ama più la natura e non ha più interesse, poiché indebolito per la mancanza d’amor proprio che lo stimoli. Amare noi stessi come condizione per amare il prossimo perché la Fede consente di sentirsi forti… anche se ci sembra di essere fragili come fiori di campo leggeri e impalpabili, che un soffio lieve di vento fa dissolvere nell’aria… Ma per il credente, l’ultima parola non è mai la morte. L’ultima parola è sempre: Amore. Gli esseri umani sono affascinanti e amano tutto ciò che è bellezza esteriore poiché tutto ciò che è bello attrae, affascina, perché porta al cuore l’istinto dell’amore. Ricordiamo i sublimi versi danteschi considerati tra i più pregiati della nostra letteratura, “Amor ch’a nullo amato, amar perdona”. Impossibile, per legge di natura, quindi sottrarsi a questa “Lex” di amore… purché, questo amore, questa seduzione per questo sentimento, sia un positivo risultato per ciascuno di noi…

Fulvia Foti

19 maggio 2019

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