“Nel giudizio sul mio operato David Sassoli viene meno al minimo sindacale per un giornalista e un parlamentare: informarsi”.
Piero Farabollini, Commissario per la ricostruzione nelle aree terremotate del Centro Italia, respinge al mittente l’accusa di essere di ostacolo alla ricostruzione e di non ascoltare il territorio.
“Sassoli non si offenda se dico che un bravo giornalista, avrebbe dovuto fare qualche ricerca prima di usarmi per raccogliere un briciolo di consenso elettorale – prosegue Farabollini, geologo che lavora su faglie e terremoti dal 1997 – Avrebbe scoperto che sono tutt’altro che un fantasma restio all’ascolto e al confronto. Sono stato l’unico di tre commissari a incontrare tutti i Comitati dei cittadini, con i quali intrattengo rapporti pressoché quotidiani, e lavoro da mesi con associazioni di categoria, professionali e sigle sindacali su Durc di congruità e snellimento delle procedure della ricostruzione. Come parlamentare europeo a Sassoli non sarà sfuggito che a regolare le dinamiche della ricostruzione è il DL 189 e che, per velocizzare le procedure, lo abbiamo già più volte emendato in accordo con il Governo e il Parlamento con cui stiamo alacremente lavorando anche allo sblocca cantieri”.
Farabollini tiene infine a sottolineare che le accuse mossegli da Sassoli fanno acqua anche quanto al suo rapporto con le istituzioni locali. “Sassoli sì che dimostra di essere lontano, e non solo fisicamente, dal territorio terremotato – conclude il commissario – La prova? Non si è nemmeno accorto che per la prima volta dall’uscita del DL 189 i rappresentanti dei sindaci siedono in cabina di regia a fianco di quei presidenti di regione che io non ascolterei” .
15 maggio 2019