In questi giorni tristi per l’arte maceratese, ho avuto modo di parlarne con Daniele Taddei, collezionista, critico d’Arte e curatore di eventi, al quale ho sottoposto una serie di domande.
Tu conosci molto bene il percorso artistico di Tulli…
“Wladimiro Tulli ė l’artista maceratese che ho seguito e sto seguendo più di ogni altro perché è protagonista della Generazione anni ’20, generazione che ho studiato, approfondito e… collezionato. L’incidente accorso alla sua opera, presente sul soffitto dell’ex farmacia di piazza della Libertà a Macerata, mi rattrista molto e mi crea sconforto pensando che come collezionista non c’ė opera di Tulli sul mercato che non mi vede protagonista per l’aggiudicazione”.
Quindi hai un rapporto speciale con Wladimiro e le sue opere…
“Ho sempre cercato di tutelarne il nome e ho sempre fatto di tutto affinché le sue opere ritornassero nel territorio, una sorta di trofeo da esporre nelle mostre che curo e organizzo. Proprio nelle mie mostre dove spesso tratto artisti del Dopoguerra l’opera di Miro (suo diminutivo) è sempre presente e viene opportunamente riconosciuta dagli appassionati”.
Chi ė stato artisticamente Wladimiro Tulli?
“La sua storia parte da lontano, dai primi lavori futuristi di fine anni ’30 per arrivare alle astrazioni geometriche, per poi passare al periodo informale fino ai materassi, forse il ciclo artistico più originale. Molto del suo apprezzamento in Italia e all’estero è dovuto al sodalizio con Fiamma Vigo fondatrice, sostenitrice e animatrice delle gallerie Numero di Firenze, Roma e Venezia. Proprio attraverso queste frequentazioni Miro entra in contatto con i Protagonisti di quel periodo, in particolare con il Gruppo Forma 1 e l’Astrattismo classico fiorentino. Edificante per la sua ricerca è stato il continuo contatto e confronto con Alberto Burri con il quale instaura una bella amicizia”.
Lo sbriciolamento di Chimismi di questi giorni?
“ La notizia mi ha toccato fortemente, un duro colpo per il patrimonio artistico e culturale non solo maceratese ma di tutto il territorio nazionale. Non so quanto si potrà recuperare dell’opera ma auspico che si possa giungere a un restauro che vada a significare il pensiero e il concetto manifestati. Una cosa però non deve passare nel dimenticatoio, queste vicende (anche se lo si dice spesso e poco cambia) non debbono più accadere e invito tutti coloro a capo di istituzioni di avere quella sensibilità, consapevolezza e quella conoscenza affinché la storia non debba essere dimenticata o, peggio, calpestata in questo modo, perchė Wladimiro Tulli è storia!”
La tua proposta in merito?
“Dopo questo incidente assai grave, suggerisco agli organi competenti di sviluppare un censimento serio delle opere realizzate da quegli Artisti riconosciuti in campo nazionale e provvedere con ogni mezzo e volontà alla salvaguardia e alla loro promozione. Per promozione si intende anche l’atto di esporre opere anziché tenerle ammassate a rovinarsi in qualche magazzeno della Pinacoteca”.
Mario Monachesi
4 maggio 2019