Non ridondante, buon linguaggio, la lettura scorre via leggera, fluida. Analisi tecnica di un romanzo storico che si legge in un soffio, dalla premessa dura e appassionata, che letta all’inizio del libro si torna a rileggere con emozione dopo averlo finito, condividendone lo spirito e ogni parola. Questo è “Faillo il Pitionico”, scritto da Gianluca Facente di Crotone, anzi Kroton, un luogo dove aleggiano evanescenti le memorie storiche di un glorioso passato, affievolite nel corso dei secoli dalla quotidianità e dalla damnatio memoriae perpetrata. L’indifferenza, questa calamità indotta, voluta, ha fatto sì che anche di questo eroe sopravvivano oggi poche tracce, a Kroton, ad Atene, a Delfi e in poche parole di Erodoto. Ci sono poi i racconti di qualche nonno, gli ultimi nonni che conoscono le storie antiche e che nessuno vuole più ascoltare: come dice Gianluca, stiamo seduti al caldo su comode poltrone, ipnotizzati da tv e telefonino, e alle parole guerra e morte cambiamo semplicemente canale, immersi nei nostri valori effimeri, che esistono con noi e spariranno con noi. Un tempo i valori erano sentimenti che attraversavano i secoli e i popoli, come le imprese del più noto Leonida, re di Sparta, (non era semplicemente un film, è storia vera) e come quelle di Faillo, il quale dopo la sconfitta di Leonida e l’invasione dei Persiani di Serse, si distinse per essere l’unico eroe proveniente da fuori di quel territorio, partito con una nave per andare a unirsi ai Greci, che così recuperarono la propria libertà, difendendo probabilmente anche quella dell’Italia. In questo libro più che mai attuale, che non vogliamo raccontare tutto, ritroviamo lo stesso spirito che ci spinge ogni mese a pubblicare La Rucola, quello di tutti i collaboratori che si stanno impegnando per ridare al Piceno la sua vera storia, e quello di tante persone con la stessa scintilla che stiamo scoprendo in tutta la Penisola: che stia arrivando il tempo di svegliarsi dal torpore? Ma trascriviamo un passo di questa splendida, sintetica, diretta premessa del libro di Gianluca Facente, che non parla solo di Kroton, con la quale abbiamo sicuramente molto in comune e possiamo fare anche nostra: “Faillo era cittadino del mondo, ma con forte spirito identitario e senso di appartenenza alla onorata Patria, dove sempre tornava. Oggi, in nome di una modernità che ci vuole nomadi, si fugge da una terra benedetta da Dio e maledetta dagli uomini lasciandola alla mercè del malaffare e della politica inetta, che l’hanno resa la terra di nessuno. Qualche temerario si ostina a restare e cerca, nel suo piccolo, di contribuire ad accendere la scintilla dell’orgoglio che ognuno di noi dovrebbe alimentare, perché sia possibile la rinascita, culturale ed economica, che la nostra Nazione merita. A questo mira anche il lavoro di ricerca storica e di divulgazione dell’antico splendore di tutta la cultura italica”.
Simonetta Borgiani
29 aprile 2019