Quando si scrive, si legge o si parla dei Piceni, ci si riferisce certamente all’antico popolo preromano che viveva nel territorio centrale d’Italia, sulla costa adriatica: lo spazio occupato era più ampio di quello definito, da Ottaviano, Regio Quinta “Picenum”. Il Colucci, in “Antichità Picene”- 1786, citati vari antichi autori, più volte documenta che Aborigeni, Siculi, Liburni, Enotri, Ausonj, Peucezi, Umbri, Pelasgi, Etruschi, Galli, furono i popoli che prima d’ogni altro venne far la dimora in questa regione. Dei Piceni ne abbiamo parlato a lungo, anche assimilandoli ai Salii (Saluvi, Salassi…)1.
1 Nella V Regio Picena insistono tre vie Salarie (il primo tracciato era preromano vedi “salaria via del sale?”). Pochi sostengono che il Piceno ebbe il nome da Pico, primo re dei Latini (rappresentato con simboli tipici dei Salii). Spesso i popoli prendono il nome dal loro re; Piceno dal picchio sarebbe un unicum. Molti amano esplicitarlo!
Picentini
Molto spesso Piceni e Picentini vengono, erroneamente, considerati sinonimi. Si reputa utile chiarire, con note tratte da alcuni testi:
1 – Dictionarium Optolinguis Ambosii Calepini- 1656 (quasi una enciclopedia: 846 pagg., 22×33, su3 colonne). Il testo originale è in latino:
- A) Picenum: “Ora Marca di Ancona, Regione Italiana, estesa dall’Appennino al mare Adriatico. Tra Esino e Leastrum (Atri) secondo Strabone; città principali Pisaurum, Fanum Fortunae, Senam Gallicam, Urbinum, Camerinum, Asculum… detti Picentes & Piceni, diversi dai Picenti abitanti sulla costa del Tirreno.
- B) Pîcénus, come ager Picenus, Oliva Picena, (Plin.lib.15 cap 3).
- C) Pîcentes, detti Piceni. Popoli della quinta regione, siti sulla costa Adriatica, confinanti con i Pretuziani divisi dal fiume Helvino (dei Sanniti, ora Piomba, Atri) (Plinius lib. 3 Cap16). Regione già fertilissima…
- D) Picentini: popoli sul mare Tyrrhenum, vicini ai Lucani, tra il promontorio di Sorrentum, abitanti intorno al fiume Silarum. Traggono origine dai piceni della costa Adriatica; le loro città furono Picentia e Surrentum.
(Strab. lib. 5. e Plin. lib. 2 c.5)
2) Treccani
Picentini. Nucleo di Picenti che dopo la rivolta del 269-268 a. C. fu deportato nell’agro da loro detto picentino sulla destra del Sele e lungo il golfo di Salerno… confina a nord con la federazione Nucerina (Oschi), gli Irpini (Sanniti), con i Lucani, a ovest col mare. Dal principio del sec. IV aveva fatto parte della federazione sannitica. (notare, misteri della storia: prima della supposta fondazione facevano parte della lega sannitica ed erano di origine Picena). Appartengono all’agro picentino Picentia ed Eburum (Eboli). La Treccani ci rende edotti che Roma nel 194 fonda la colonia di Salerno e che nel 1954 nei pressi di Pontecagnano (attraversato dal fiume Picentino), sono rinvenuti abitati e necropoli (ceramiche, bronzi, oggetti preziosi) riferibili all’eneolitico e inizi dell’età del ferro, “facies culturale di tipo villanoviano, in sostanza affine a quella dell’Etruria meridionale costiera” (?).
4) Wikipedia
Picentino – fiume italiano della provincia di Salerno. Nasce dai Monti Picentini (m. Accellica) attraversa Giffoni, Valle Piana, Pontecagnano Faiano e Salerno, sfocia nel Tirreno.
Picentini – popolo italico attestato in Campania dal III sec. a.C.
Agro Picentino – territorio italiano della Campania.
Monti Picentini – gruppo montuoso dell’Appennino Campano.
5) Nuova enciclopedia italiana Torino 1863
Picentini (etnogr.). “Tribù o popolo dell’Italia Centrale, nella parte Sud della Campania, attigua alle frontiere della Lucania. Cotesto nome indica evidentemente una stretta relazione cogli abitanti del Piceno al lato opposto della penisola italica; e ciò è spiegato da Strabone, il quale ci assicura che era d’essi una porzione di tale popolo, trasportati, per comando dei Romani”. Non è dato conoscere la circostanza di questa supposta deportazione. “Furono costretti ad abbandonare la loro capitale, che chiamavasi Picenzia (Picentia), … Per tenerli più in freno, fondarono i Romani, nel 194 a. C., sulle loro terre, la colonia di Salerno… Picentia non cessò di esistere”, le Tavole Peutingeriane ne riportano il nome fino al V sec. Picentia viene poi spesso storpiato in Bicentiae, Vicenza, e il fiume Picentino che attraversava Picentia diviene Vicentino.
6) G. B. Rampoldi in Corografia dell’Italia lib.1 – 1833
Colloca Gifuni, presso la “destra riva del fiume Vicentino (Picentino), 12 miglia da Campagna e da Salerno… 6.700 abitanti divisi in vari villaggi o casali, che diconsi fondati da alcuni abitanti dell’antica Picentia sfuggiti alla vendetta dei Romani. Uno di essi villaggi anticamente portava il nome di Fanum Jovis da un tempio di Giove che colà esisteva… gli abitanti dediti alla coltura di gelsi, ulivi, viti e di quasi ogni sorta di piante fruttifere… Nelle vicinanze un’abbondante miniera di carbon fossile”.
7) Abate Millot – Corso di Storia Generale – tradotta – 1822 MI
Questo grande storico conferma che “Strabone nomina un’antichissima città Picentia, e la chiama metropoli del Piceno…. Dalla Campania facendosi cammino verso la penisola de’ Bruzi, si trovavano i Picentini. Questi popoli traevano dal Piceno la lor origine… Plinio pone il principio de’ Picentini in Sorrento, e il termine nel Silaro, la Metropoli dei Picentini fu detta Picentia, d’onde trasse il nome tutta la regione. Fu distrutta dai Romani… Questo almeno si narra da Strabone, dietro le favole dell’antichità”. L’Abate Millot citando gli scritti di Plinio, Plutarco e Strabone documenta che in questo territorio doveva esistere “Il tempio di Giunone Argiva”, costruito da Giasone, quando attraversò queste contrade (notare il rapporto tra Argo e i Pelasgi). Poi disserta sulla città di Marcina; afferma che Strabone“ci ha detto, che fuori di Marcina edificata dagli Etrusci, tutto il resto era da Sanniti posseduto”. Erano e sono ancora molti gli amanti delle favole antiche, convinti che anche i Picentini fossero Sabini guidati dall’infaticabile picchio.
8) Fra Scipione Bella – Ragguagli di Avellino – Trani 1656
Afferma che Gifoni e Monte Comino furono edificate con materiali prelevati da “Picentia” intorno all’anno 400 d.C. quando “Picenza era di poco momento come afferma l’istesso (Cluverio)”, il quale dice che, dalla Tavola itineraria, di quegli anni, la distanza da Picentia ad Avellino era di dodici miglia, da “Gifoni, che dalle rovine, e genti di quella fu edificato e da detta Terra a quella sono 12 miglia”.
9) Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, 1601
“Anticamente gli habitatori della Provintia del Principato Citra furono chiamati Picentini… essendo la loro principal città Picentia… Altri vogliono che fussero così detti dal Piceno, onde trassero prima l’origine gli antichi padri loro, e che dalla loro città le genti così furono dette… I territori di questa Provintia sono… di biade fertilissimi, hanno bestiami a sufficienza… d’altre cose arricchiti in molta copia… il mare, che è d’intorno con abondanza di tanti vari pesci… la maggior parte di questa Regione produce grano, vino, oglio, farro, riso, ceci, e ogn’altra sorte de legumi. E quei luoghi… oltra ai diversi e maturi frutti, producono mele, seta, bombace e zafferano. Laonde molti dicono essere questa Regione un condimento di tutte le gratie”.
10) Parco archeologico urbano dell’antica Picentia
“Il Parco archeologico si estende attualmente su una superficie di 10 ettari, nell’area dove sorgeva l’abitato antico”. Sarebbe in programma lo scavo di tutti gli 85 ettari dell’area urbana di Picentia “nata nel 268 a.C.” si spera di poter nutrire dubbi sull’infallibilità della datazione.
11) Dionigi di Alicarnasso Le Antichità Romane T1° IX
Non si fa alcun riferimento a Picentia, è descritto l’arrivo di Pelasgii in Saturnia, intorno al 1400/1300 a.C. (vedi La rucola n° 235 dicembre 2017): I Sicoli “barbara gente e indigena” erano in Italia prima degli Aborigeni. Pelasgi e greci si alleano con gli aborigeni per scacciare i Sicoli con figli, mogli, monete d’oro e di argento”. Li inseguono per “tutta l’Italia inferiore” e li costringono a rifugiarsi in Sicilia “un tempo chiamata Trinacria per la figura sua di triangolo”.
Considerazioni… ironiche
Non essere uno storico di professione fa sorgere molti dubbi. La storiografia ufficiale c’insegna che anche i Picentini sono Sabini guidati dal picchio nel sud della Campania, tace sulla sua identificazione; potrebbe anche essere lo stesso picchio verde che guidava i Sabini nelle Marche. A meno che non fosse stato il segretario del partito di opposizione della Repubblica Romana degli Uccelli Volatori. Forse da qui la distinzione tra picchi verdi e picchi rossi? Dicono anche che, nell’agro Picentino, sul fiume Picentino, all’ombra dei monti Picentini sia stata fondata l’antica città di Picentia, secondo alcuni dagli Etruschi, per altri dai Romani. Non risulta che Romani e Toscani venerassero così tanto i Piceni da dedicare loro città, fiumi, monti e contrade. Spesso i Piceni sono anche detti Salii2. Si tralasciano le assonanze con Salerno, Sele, Salento, Potentia, Pollentia… Sembra sufficiente evidenziare il testo di Dionigi di Alicarnasso autore attendibilissimo: gli “Aborigeni vicini agli Umbri” erano i Piceni, inseguono i Sicoli per “tutta l’Italia inferiore”, quindi anche in Campania, dove trovano un territorio fertile, simile a quello natio, si rendono conto dell’importanza strategica del porto di Salerno e vi fondano una colonia. La logica vorrebbe questo. Nomi e datazioni potrebbero collimare. Agli scienziati l’ardua sentenza.
2) Salii deriva da “ab salitando”, secondo Varrone – De ling. lat., V, 85 – per altri da “ab saltatio” (ritmo del loro ballo) – Salento (in salentino Salentu, in tarantino: Salènde, in greco Σαλέντο Salénto), è una sub regione della Puglia (Wikipedia) – Il tripudio dei Salii è un ritmo ancestrale: il “saltarello marchigiano” non è molto diverso dalla “Taranta”.
Nazzareno Graziosi
26 aprile 2019