Camerino, c’è la nuova sede di Spi Cgil ma la ripresa è lenta

Da oggi i pensionati e i cittadini di Camerino e del comprensorio montano, hanno una nuova sede a cui rivolgersi. È stata infatti inaugurata in località San Paolo, in via Benedetto XIII, la nuova struttura dello Spi Cgil, che rinasce grazie alle donazioni del Sindacato Pensionati Nazionale e di quello Regionale, dopo il danneggiamento subito a causa del sisma dalla vecchia sede.  

Una giornata importante a cui hanno preso parte i massimi rappresentanti del Sindacato.

Massimo Girolami della Segreteria Spi Cgil Marche: “La struttura rispetta gli ultimi criteri antisismici e si avvale di nuove tecnologie come l’isolamento termico. È un impianto a impatto zero che rispetta l’ambiente. La nuova realtà della Camera del Lavoro di Camerino rappresenta quelle buone pratiche da attivare, è un atto concreto di rinascita e di non abbandono del territorio.”

Girolami ha ringraziato Donato Allegretti che ha contribuito alla realizzazione e ha ricordato Feltre Bartocci e Angelo Graziosi, storici segretari della camera del lavoro camerte.

La segreteria regionale ha poi consegnato una targa alla Presidente dell’Auser di Camerino Giovanna Antonacci e al Presidente dell’Auser di Macerata Antonio Marcucci, per ringraziarli dell’ospitalità concessa negli spazi del Circolo Il Bucaneve che hanno accolto lo Spi subito dopo il sisma. Marcucci ha auspicato che da questi territori nasca l’idea dell’istituzione di un laboratorio nazionale sulla ricostruzione, un modo per non dimenticare i nostri luoghi colpiti.

Daniela Barbaresi, Segretaria della Cgil Marche, ha evidenziato che la nuova sede è un luogo della concretezza dove ci si incontra e in cui le persone possono trovare risposte ai loro bisogni. Si tratta della 146esima sede che la CGIL ha in regione. Ospite dell’inaugurazione anche Lindo Morichetti, che ha portato il saluto della segretaria della Lega Spi di Matelica.

Elio Cerri, Segretario Spi Cgil Marche, dopo l’inaugurazione della nuova sede, ha aperto la tavola rotonda “Quale rinascita del territorio”, ospitata presso gli spazi dell’ex City Park, ricordando il valore simbolico che ha la nuova sede, che rappresenta la volontà del sindacato di restare nel territorio. Un messaggio di speranza rivolto a chi intende avviare una nuova attività, soprattutto ai giovani che vanno incoraggiati. Cerri ha poi citato due progetti portati avanti proprio dalle nuove generazioni come “La Favalanciata”, un prodotto enogastronomico che porta il nome di una frazione di Acquasanta Terme, nato dopo il sisma come progetto imprenditoriale e solidale e l’esperienza di “Furgoncinema”, che tramite la proiezione di film  nei paesi del sisma mira anche a raccogliere e preservare le memorie familiari e territoriali facendole divenire patrimonio documentale accessibile a tutti, grazie anche al sostegno  di Unicam. Il Segretario ha inoltre ricordato che il prossimo 14 giugno ci sarà la consegna di 115mila euro all’Unione Montana per l’ampliamento del centro diurno Alzheimer. Si tratta di una raccolta fondi per i terremotati a favore di una campagna sottoscritta per i servizi socio sanitari del territorio dell’alto maceratese.

La tavola rotonda, moderata dalla giornalista Barbara Olmai, è proseguita con due testimonianze di due iscritti al sindacato: Sauro Bravi e Clara Maccari che hanno messo in evidenza quanto le aree interne possano essere vissute come risorsa se affiancate da servizi di qualità.

Daniel Taddei, Segretario Cgil Macerata, nel suo intervento ha lamentato la totale assenza di una governance, evidenziando che nonostante la forza sprigionata dai cittadini che sono rimasti nel territorio, dopo tre Governi e dopo tre Commissari alla ricostruzione, le persone non hanno ancora alcuna certezza e provano una grande frustrazione che si tramuta in rabbia, talvolta in intolleranza o rassegnazione. La lontananza delle istituzioni fa aumentare la sofferenza. Le persone si sentono sempre più sole e sempre meno rappresentate.  

Stefano Tordini, segretario SPI Cgil Macerata ha parlato di quanto sia importante la tenuta sociale di questi territori, denunciando la condizione inaccettabile in cui vivono alcune persone, private di tanti servizi e alle prese con la mancanza di un coordinamento che possa far immaginare un futuro possibile in questi territori. Per Tordini occorre creare le condizioni per far ritornare i numerosi cittadini lontani dai loro territori. Il segretario ha detto poi che un presidio come quello inaugurato oggi, può rappresentare un servizio di tutela per l’intera comunità, specialmente per  la fascia più fragile.

Sara Spuntarelli, professore di Diritto Amministrativo di Unicam, ha sottolineato le collaborazioni portate avanti con le organizzazioni sindacali già dal 2014 nella Consulta per lo sviluppo, evidenziando inoltre quanto sia stata importante per la ripresa immediata dell’attività universitaria, la forza degli studenti. La professoressa ha inoltre ricordato che la facoltà di Giurisprudenza ha recentemente avviato il nuovo Centro “Legalità, Diritti e Senso Civico”, centro interscuola di studi, ricerche e formazione per lo studio delle mafie e di altri fenomeni sociali devianti.

Valerio Valeriani, coordinatore ambiti sociali 16 -17- 18, ha parlato dello scivolamento verso valle dei servizi sociali, auspicando una inversione di rotta come la realizzazione di sportelli di ascolto per mappare i nuovi bisogni scaturiti dal cambiamento della vita delle persone che risiedono nelle Sae, in luoghi completamente diversi rispetto a prima del sisma. Per Valeriani la programmazione dei servizi sociali deve tenere a mente le nuove fragilità che si stanno manifestando e deve essere realizzata con l’ascolto e la partecipazione, che non deve essere vista come “un orpello democratico” ma “è un bisogno vitale per la ricostruzione. Espropriare le persone dal partecipare al processo decisionale, vuol dire vanificare un bisogno essenziale.”

Ivan Pedretti, Segretario Nazionale Spi Cgil, nel concludere la tavola rotonda ha detto come l’apertura della nuova sede rappresenti una resistenza sociale del territorio. “Si tratta di un segnale importante che testimonia come in un paese delle aree interne dove c’è stato il terremoto si può continuare a vivere ma bisogna investirci.” Per il segretario occorre costruire un’idea di futuro partendo dall’ascolto dei bisogni delle persone residenti. “Avremo bisogno di una piattaforma sociale. Il sindacato è un agitatore sociale che deve chiamare i soggetti competenti a fare scelte e provare a costruire delle risposte innovative.” Pedretti ha parlato di Unicam come di un punto di attrazione per sviluppare quella spinta innovativa necessaria, capace di favorire le nuove generazioni dandogli i giusti strumenti. L’energia incontenibile dei ragazzi rappresenta la forza, il motore del cambiamento che tiene conto della sua storia e della sua memoria. Il Segretario ha inoltre evidenziato che i n questi territori martoriati dal sisma molte istituzioni se ne vanno, mentre lo Spi Cgil resta guardando avanti e cercando di usare l’energia che ha a disposizione per creare una comunità sociale da reinventare. Pedretti in conclusione ha detto che bisogna ragionare come comunità, che occorre un percorso partecipato ma è necessaria la volontà politica. Per il Segretario nazionale il futuro per le zone del sisma sarà diverso ma va costruito con delle regole che si fanno con una pianificazione partecipata. “Tanti i bisogni necessari, dalla sanità al lavoro, dall’assistenza alle esigenze della scuola a quelle della popolazione più anziana e, da parte nostra, vogliamo essere presenti e provare a dare il nostro contributo”.

Al termine dell’incontro Pedretti ha consegnato ai rappresentanti delle sedi provinciali le bandiere dell’Europa.

19 aprile 2019

A 3 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti