È festa (sobria ma sentita e partecipata) per “le sette decadi di età” di Carlo Iacomucci, incisore, pittore e illustratore di libri, di fama nazionale e non solo. Di origini urbinate, dove nasce il 28 marzo 1949, dal lontano 1985 ė residente a Macerata. Ricevuta la prima formazione artistica presso la “Scuola del libro” di Urbino, si iscrive al Corso Internazionale della Tecnica dell’Incisione Calcografica, sempre nella città ducale, sotto la guida del Professor Walter Piacesi. Al termine di questo passa all’Accademia di Belle Arti, sezione pittura, con il Professor Concetto Pozzati. Nel 1973 viene chiamato a Lecce a insegnare Anatomia Disegnata presso la locale Accademia. Dal 1974 al 1985 insegna Figura Disegnata al liceo Artistico di Varese. Nel frattempo espone le sue opere in collettive e mostre personali in Italia e all’estero. A Varese affronta per la prima volta la tecnica dell’Affresco. Nel 1983 la Rai di Milano realizza un servizio-intervista dal suo studio varesino. Trascorre nel frattempo periodi a Parigi, Praga, Strasburgo, Londra, Belgio e Olanda. Nel 1985 arriva a Macerata titolare della cattedra di Discipline Pittoriche nel locale Istituto Statale d’arte. Qui trova la sua dimensione umana e artistica. Tra una lezione e l’altra aderisce a mostre personali e collettive. Nel 1993 viene inserito nel Repertorio degli incisori italiani censiti sul territorio nazionale, nello stesso anno riceve a Terni il Premio Internazionale San Valentino d’oro, nella sezione Arti visive come “Messaggio d’amore”. Nel 1995 alcune sue incisioni entrano a far parte della prestigiosa Civica Raccolta delle stampe “Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco di Milano. Sul finire degli anni ’90, in virtù della sua origine urbinate, viene chiamato a collaborare alla nascita della Galleria d’Arte Contemporanea della Fondazione “Il Pellicano” di Trasanni di Urbino. Nel 2007 Macerata lo onora nominandolo socio ordinario della prestigiosa Accademia dei Catenati. Nel 2011 riceve l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nello stesso anno partecipa alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, padiglione Italia per Regioni, a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2014 riceve a Roma il Premio “Marchigiano dell’anno”. Nel 2017 ė ancora presente a Venezia per “Il libro illeggibile”, omaggio a Bruno Munari. Nello stesso anno arriva un altro riconoscimento, “Orgoglio Marchigiano”. Nel 2018 partecipa alla “Biennale d’Arte Contemporanea Premio Marche 2018”. “La particolarissima arte di Iacomucci, incentrata completamente nel segno gestuale e dinamico, fluttua tra l’immagine narrante e l’immagine significante”. Ora, dopo aver “narrato” seppur con brevi cenni il Carlo Iacomucci artista, mi permetto qualche riga personale. Carlo mi ė amico con il cuore e mi offre disponibilità fino all’ultimo “lembo” di anima. Qualche tempo fa gli dedicai una poesia: “Il vento cerca Carlo” (A Carlo Iacomucci…nel suo “ricordo del segno”). Vorrei qui riportarla, quale augurio sincero e sentito per questo suo importante traguardo:
Il vento cerca Carlo
e Carlo fa trovare
al vento circolare
il cesto dei suoi giochi.
Ha voce alta Urbino
dalle sue rocche fiere
di cielo intimo in alto
non trovano stanchezza
le scie degli aquiloni.
Fin sopra Macerata
città incontrata andando
volteggiando le foglie
giunte da ogni ramo,
alberi rosati conducono
ballando al traguardo volti antichi.
Veleggia quasi fermo
folleggia da un gradino
con vita anche supina
il respiro d’ogni peso.
Il buio è oltrepassato
la sera è più mattino
la luce è eterna e recita
del nero il giallo il verde
l’azzurro e il rosso fuoco
bianco.
Mario Monachesi
30 marzo 2019