È solo grazie a Cesare Angeletti (“Cesarì” per i tanti suoi amici ed estimatori) e alla sua straripante conoscenza degli usi e costumanze dei nostri vecchi che sono venuto a capo di un dubbio che da tempo non riuscivo del tutto a risolvere. Certo, oggi i problemi da risolvere sono o dovrebbero essere ben altri. Ma riuscire a chiarire anche un qualcosa di piccolo, sono soddisfazioni, signora mia, come volgarmente si dice!
Lo diceva la nonna, classe 1890
Mi riferisco in questo caso a un modo di dire (oggi sconosciuto ) che, tanti anni fa (poco meno di un secolo) sentivo ripetere in casa da mia nonna (classe 1890, come ho scritto in altra occasione) al ritorno da qualche giro di negozi per raccogliere notizie sul costo di qualche bene durevole e di una certa consistenza; il prezzo sparatole dai commercianti era tale da “farle baciare il Bambin”. Nel dire ciò, si avvertiva chiaramente il tono riverente riferito al pargolo, che non poteva non essere il Bambin Gesù, ma il nesso con tutto il resto non mi quadrava.
La spiegazione
La spiegazione che allora non chiesi l’ho avuta oggi dall’amico esperto. A Natale – mi ha detto – nelle Chiese era sempre allestito il presepio, con l’ovvia presenza di tanti personaggi di terracotta dipinta e di un Bambinello che veniva baciato dai fedeli, accorsi numerosi alla messa di mezzanotte. Ma quale era il rapporto con l’alto livello dei prezzi lamentato da mia nonna? È ovvio, mi ha risposto l’esperto Cesarino: durante le feste natalizie la gente aveva qualche soldarello in tasca in più e anche tanta voglia di spenderlo. Per cui, all’aumento della domanda corrispondeva anche automaticamente l’aumento del prezzo. È uno dei classici principi che regolano il mercato. I nostri saggi vecchi, anche se non avevano frequentato la Bocconi, lo avevano chiaramente compreso, e lo esprimevano forse in un modo che sembra contorto (se non si conosce l’antefatto), forse anche un po’ sibillino. Ma del resto da noi la Sibilla non è di casa?
Siriano Evangelisti
25 marzo 2019