Macerata, al Lauro Rossi “L’ultima fermata” spettacolo in due lingue

Sabato sera alle 21 al Teatro Lauro Rossi di Macerata andrà in scena un capolavoro della drammaturgia contemporanea cinese in grado di parlare anche a un pubblico occidentale. “L’ultima fermata” è il titolo della pièce che ha consacrato l’autore, Liu Shugang, emerso negli anni ’80 per le sue sceneggiature teatrali, cinematografiche e televisive. Lo spettacolo è frutto della collaborazione tra Università di Macerata – Dipartimento di Studi Umanistici, Istituto Confucio, Liceo Giacomo Leopardi, Accademia di Belle Arti, Comune di Macerata e il Laboratorio di teatro sperimentale contemporaneo cinese.

 

Interpretazione in due lingue

Il Laboratorio, unico nel suo genere, guidato dal regista Lorenzo Montanini e dalla professoressa Maria Cristina Pisciotta, ha prodotto più di quindici spettacoli tenuti in due lingue contemporaneamente. Il percorso conduce gli studenti dalla traduzione del testo cinese in italiano fino alle tavole del palcoscenico. Anche in questo caso l’interpretazione nelle due lingue è affidata agli studenti di Unimc e del liceo linguistico Leopardi. Costumi di Federica Centore, disegni di Francesco Felaco, organizzazione di Denise Labbate. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

 

Miglior testo teatrale nel 1988

Dichiarato miglior testo teatrale nel 1988, “Un morto che va a visitare i vivi”, questo il titolo originale, si basa su un clamoroso fatto di cronaca. La commedia, a sfondo sociale, racconta le conseguenze dell’assassinio, avvenuto su un autobus sotto lo sguardo distaccato degli altri passeggeri, di Ye Xiaoxiao, eroe nazionale del regime post-maoista. Il morto torna sulla terra per visitare i vivi, confrontarsi con gli indifferenti passeggeri e ricontattare i suoi due migliori amici di infanzia: la donna amata Tang Tiantian e il suo rivale in amore e nel lavoro Liu Feng.

 

Struttura a episodi

L’opera si snoda attraverso una struttura ad episodi e attraverso l’ingegnoso uso di un coro, folla anonima da cui si distaccano, di volta in volta, i vari personaggi con le loro storie ordinarie, fatte di piccole beghe quotidiane e di meschini interessi. Nel sorprendente finale l’autore sembra suggerirci che non esistono gli esempi perfetti, ma che il caso gioca un ruolo decisivo nella vita di ognuno di noi, rendendoci di volta in volta eroi o criminali.

21 marzo 2019

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