“Tesori d’arte della provincia di Macerata” di Gabriele Barucca

Abbiamo aspettato a lungo l’uscita del libro “Tesori d’arte della provincia di Macerata” di Gabriele Barucca, edito dalla Fondazione Cassa di Risparmio della provincia di Macerata, ma è valsa la pena attendere.

 

Un vasto patrimonio d’arte

Un volume di 450 pagine già comporta di per sé un lavoro impegnativo, reso ancora più complesso dalla vastità del patrimonio d’arte presente in tutta la provincia di Macerata. Ognuno dei 57 comuni (divenuti oggi 55 per un paio di accorpamenti) ha sparsa nel suo territorio, tra chiese, musei e collezioni varie, una quantità tale di opere d’arte da poter essere invidiata da ogni museo di rilevanza internazionale.

 

Quale opera scegliere?

Quindi, immaginiamo l’imbarazzo di Gabriele Barucca: “Quale scegliere per ogni comune? Quali scartare?” Un immenso tesoro accumulatosi nei secoli a testimonianza della ricchezza, culturale e materiale, di ogni singolo paese, dal più piccolo e internato negli Appennini, giù, giù fino alla costa. Sono pagine dettagliatissime, ogni comune una storia con tanti addentellati: sull’artista, sui contatti avuti da questo con i contemporanei, sulla società in cui è vissuto, sui committenti, sulle vicende storiche del luogo e, naturalmente sull’opera presa in esame a 360°, non solo con un’azione descrittiva operata da un esperto qual è Barucca, ma anche trattando simbologie e motivazioni che hanno condotto alla creazione ed eventuali spostamenti da un edificio all’altro, analisi e datazioni dei restauri avvenuti nel tempo.

 

Foto delle opere, foto del disastro…

E foto, tante foto di altissima qualità sia dell’insieme che dei particolari. Il tutto corredato da note spesso di grande interesse, esse stesse libro nel libro e da una imponente bibliografia che testimonia la cultura e la capacità di ricerca di Gabriele Barucca. Le ultime pagine del volume sono senza commenti scritti: sono immagini che si commentano da sole, in un silenzio che lascia attoniti. Sono le foto del disastro, delle opere salvate dopo i terremoti messe in salvo da Carabinieri, Vigili del Fuoco e Volontari. Foto di ciò che non è più recuperabile, brani di passato ormai scomparsi.

 

Da “itinerario” a monito pressante

Qui ci piace inserire una frase di Barucca: “…il terremoto del 2016 e le rovine che ha causato al patrimonio artistico di parte del territorio che qui interessa hanno profondamente cambiato il senso di questo libro: da ‘itinerario’ ideale alla scoperta dei tesori d’arte conservati nelle località di provincia, questa raccolta di studi ora assume il carattere di monito pressante per ricordare a tutti la sempre più urgente necessità di salvare i beni culturali danneggiati dal sisma, considerati come insiemi di straordinario valore storico e simbolico”.

 

La copertina

La copertina è stata dedicata a una opera non trattata nel libro, un dipinto non aggettivabile che assume in questo modo una valenza comunicativa di rilievo assoluto: “Sant’Andrea e la battaglia tra ginesini e fermani” di Nicola di Ulisse da Siena. In definitiva, un libro, cinquantasette storie.

 

La Presidente Rosaria Del Balzo Ruiti

“Il volume s’inserisce in un più ampio e consolidato lavoro, promosso da Fondazione Carima, di ricognizione del territorio maceratese con l’intento di avvicinare le persone alle ricchezze/bellezze spesso insospettate dei nostri luoghi. I drammatici eventi sismici del 2016 lo hanno proiettato in una dimensione ulteriore facendone una sorta di scaffale dei ricordi”.

Fernando Pallocchini

19 marzo 2019

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