Padre Giulio Mancinelli, illustre maceratese a 400 anni dalla morte

Un gentile lettore ci ha segnalato una mancanza: nel 2018 ricorrevano 400 anni dalla dipartita di un illustre personaggio maceratese, contemporaneo di Padre Matteo Ricci e membro anch’egli della Compagnia di Gesù, ma meno noto alla collettività: il Servo di Dio padre Giulio Mancinelli (1537/1618).

 

Il “romito”

Figlio di Leonardo Mancinelli e Antonia Costa, membri di agiate famiglie patrizie, trascorse l’infanzia e la prima adolescenza studiando in casa grammatica, latino, letteratura, filosofia, matematica, musica, logica, diritto, per molte ore al giorno, tanto che i suoi coetanei lo chiamavano con scherno “il romito”. Dedicandosi alla lettura delle Sacre Scritture, cominciò a crescere in lui una vocazione fortemente mistica, e a soli 19 anni iniziò, malgrado la disapprovazione della famiglia, il noviziato gesuitico a Loreto, e poco dopo a Roma.

 

Da rettore a missionario

Ordinato sacerdote, iniziò la sua carriera di insegnante, poi ministro, poi rettore di diversi collegi, ma abbandonò questi incarichi per dedicarsi all’apostolato missionario, viaggiando continuamente tra Italia, Turchia, Africa Settentrionale, nord Europa, Balcani. Il suo fervore, dettato anche da visioni mistiche, si espresse in predicazioni nelle piazze delle città e per le campagne, nell’impegno di convertire infedeli ed emarginati, specie fanciulli, e nello smascherare falsi predicatori.

 

Corriere diplomatico

Non mancò nelle sue pratiche di far penitenza mortificandosi con il cilicio. Fu anche uno stimato e capace mediatore, una sorta di corriere diplomatico tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli. Acquistò molta notorietà, e quando morì a Napoli, nel 1618, una moltitudine di persone accorse per accaparrarsi di reliquie che ritenevano miracolose: con coltelli e forbici gli furono tagliati i capelli e le vesti, tanto da lasciarlo quasi nudo, finché dei confratelli robusti riuscirono a portarlo a forza in una cappella protetta da cancelli in ferro.

 

Trattato sulle visioni

Pare che già in vita, e ancora dopo la sepoltura, Giulio Mancinelli abbia interceduto in numerose grazie, esorcismi, guarigioni da malattie. Un altro “segno di divina grazia” di cui era dotato, era la virtù della veggenza, della quale ci ha lasciato su ordine dé superiori, un trattato manoscritto suddiviso per rivelazioni, visioni, intelligenze, con indicazioni su come riconoscere le “buone” da quelle indotte dal maligno, mostrandosi espertissimo nel sovrannaturale (cit. Vita di I. Cellese). Aveva facoltà di vedere il proprio angelo custode, che oggi si preferisce chiamare “guida spirituale”, questa entità lo aiutava a percepire le “turbazioni” e i pericoli che incombevano sulle persone che incontrava o delle quali aveva visioni.

 

Estasi e levitazione

Mentre ufficiava la messa, entrava in una tale estasi da levitare da terra più volte, come attestato da molte dichiarazioni giurate di testimoni oculari, spesso spaventatissimi. La documentazione lasciataci da Giulio Mancinelli, custodita in massima parte presso l’ARSI (Archivium Romanum Societatis Iesu di Roma) è corposa e in gran parte inedita, meriterebbe una trascrizione integrale resa disponibile a quanti volessero studiare questo personaggio e insieme il contesto in cui visse, in un tempo dove forte era il potere sia temporale che spirituale della Chiesa.

 

Beatificazione mai portata a termine

Ma questo potere non deve far intendere che tutta la spiritualità fosse falsa e che questo caso sia un esempio di bugie scritte e tramandate solo allo scopo di imbastire la causa di beatificazione (tra l’altro mai portata a termine). Scremate dagli eccessi e dalle conoscenze attuali (es. mediche) queste manifestazioni sovrannaturali, le estasi, le visioni, le veggenze, sono le stesse descritte in tutti i culti del mondo e in tutte le epoche, quindi un fondo di verità ci deve essere. Oggi respingiamo tutto ciò come frutto di manipolazione operata dalla Chiesa, in cerca di una laicità altrettanto imposta in modo subliminale: è giusto lasciare libero chiunque di essere ateo, ma la stessa libertà deve essere garantita anche a chi della spiritualità sente il bisogno e il richiamo.

 

Personaggio da rivalutare

Quindi si rivaluti il Servo di Dio Giulio Mancinelli, forse un po’ folle per i canoni attuali, ma innegabilmente di immensa cultura, grande viaggiatore e conoscitore di molti popoli, che in un tempo difficile e non così lontano dal nostro, invece di godere dei privilegi familiari e trascorrere la sua vita negli agi e nei diletti, si adoperò, a modo suo, per alleviare le pene a tante persone e a tante anime.

 

Fonti: wikipedia-en; “Vita del Servo di Dio p. Giulio Mancinelli” di Iacopo Cellese 1668, “Dizionario Biografico degli Italiani” vol.68 -2007, “Degli uomini illustri di Macerata” del Marchese Cavaliere Amico Ricci – 1847.

Simonetta Borgiani

19 marzo 2019

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