Macerata, da “Staffolani 1927” in mostra opere di Nino Ricci

Il prossimo mercoledì 20 marzo, alle ore 19, presso il laboratorio di cornici “Staffolani 1927” di Macerata, il Professor Roberto Cresti (Università di Macerata) inaugurerà, con la conferenza intitolata Geometrie a confronto, il nuovo allestimento della mostra dedicata a Nino Ricci. Tema centrale sarà questa volta la produzione geometrica dell’artista maceratese (anni ’60-’80), riscoperta alla luce del contesto storico-culturale di origine, del quale costituisce una diretta e completa espressione. 

Fondamentale punto di partenza per Ricci è il rapporto con la sezione aurea, ovvero il sistema che permette di suddividere un segmento in modo tale che il rapporto fra la sua porzione minore e quella maggiore sia lo stesso di quello che c’è fra quest’ultima e il segmento totale. Tale proporzione è alla base di qualunque opera della natura, ed è per questo considerata da sempre un modello di armonia ed equilibrio valido anche per la creazione di opere dell’ingegno umano. Lo hanno dimostrato nei secoli illustri psicologi come Gustav Fechner e numerosi architetti e artisti, compreso lo stesso Nino Ricci, che se ne sono serviti per progettare edifici e per raffigurare il corpo umano e la natura. 

In questa fase della sua attività, l’artista ha prestato una particolare attenzione al colore e alla disposizione spaziale delle immagini, in quanto fattori determinanti la percezione ottica delle loro forme, realizzando, rispettivamente, serigrafie e oli dedicati ai medesimi motivi riproposti in colori e tonalità differenti, che prendono spunto dagli studi condotti dal pittore tedesco Josef Albers, e figure ambivalenti in cui il rapporto tra primo piano e sfondo risulta reversibile, che scaturiscono da una profonda riflessione sulla teoria della percezione elaborata dalla Psicologia della Gestalt. 

Tuttavia, non bisogna dimenticare che il linguaggio elaborato dall’artista nel ventennio ’60-’80 è anche il riflesso del fruttuoso dialogo tra arte e vita, bellezza e funzionalità, che, negli stessi anni (quelli del boom economico), anima il mondo della moda e del design italiani, caratterizzato da una ininterrotta compenetrazione fra tutte le forme espressive. In questo senso, l’evoluzione stilistica di Ricci può e deve essere intesa anche come un tentativo di aderire ai gusti e alle esigenze del proprio tempo.

Giada Sbriccoli

16 marzo 2019

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