Al di là di tutte le considerazioni umanitarie e delle beghe politiche, più o meno condivise, su accoglienza, immigrazione e compagnia bella, c’è una serie di domande che ci dovremmo porre, e ce le poniamo, almeno tre.
Prima domanda
Ecco la prima: “L’Europa ci è o ci fa?” E sì, perché a fronte di spese ingentissime per una Italia in crisi economica, l’Europa ci sostiene con un tozzo (pure piccolo) di pane secco. L’accoglienza nel 2017 ci ha causato debiti fuori bilancio per 500 milioni di euro; dal 2014, quando sono stati spesi 640 milioni di euro, i costi sono lievitati fino a quadruplicarsi raggiungendo la bella cifra di 2miliardi e 400 milioni di euro. Poi a queste c’è da sommare il surplus di costi sostenuti da Guardia Costiera, Marina Militare, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, che sono difficilmente (per noi) quantificabili ma che riteniamo essere notevolissimi. L’Europa, nel 2016, ci ha sostenuto contribuendo con… 46milioni e 800mila euro (dati “Il sole 24ore”). Perché diciamo questo? Semplice. L’Italia ha fatto entrare nel suo territorio milioni d’immigrati (eravamo arrivati a contarne 5 – di milioni – iscritti all’anagrafe, da sommare a questi gli irregolari e i richiedenti asilo con i quali si arriva, per approssimazione a 7 milioni, poi abbiamo smesso – di contare), ne abbiamo sostenute le spese miliardarie, poi una buona parte di queste persone sono uscite dall’Italia per andare in Germania, in Francia, in Inghilterra. In questi paesi lavorano e contribuiscono all’economia locale. Vale a dire: noi spendiamo e gli altri si prendono i benefici!
Seconda domanda
Ecco che arriviamo alla seconda domanda: “I Paesi europei che ne godono i benefici… ci dovranno rimborsare almeno delle spese vive che abbiamo sostenuto per sdoganarli dai paesi di provenienza e introdurli in Europa?” Italia cavallo di Troia! Siccome non crediamo che né i nostri governanti né quelli europei siano del tutto scemi arriva una terza domanda.
Terza domanda
“Quale è stato lo scambio?” Già, lo scambio: io do una cosa a te, tu dai una cosa a me. Io ti faccio un favore, tu ne fai uno a me. Tu mi vendi una cosa io te la pago. Da come si sta comportando l’Europa nei confronti dell’Italia, almeno per quel che possiamo vedere e sapere, quali favori ci sta rendendo? Mah. Allora? I Governi che si sono succeduti in Italia perché hanno speso miliardi di denaro pubblico ottenendo poi briciole secche (un sostegno di pochi milioni di euro) e perdendo forza lavoro? Siccome crediamo che nessuno sia scemo: cui prodest? Chi ci ha guadagnato e cosa? Oppure sono tutti cretini e quindi i discorsi stanno a zero.
Fernando Pallochini
7 marzo 2019