Occupazione e lavoro creano dignità per i giovani

Alla grande manifestazione unitaria di Cgil, Cisl, Uil del 9 febbraio, a San Giovanni, seguiranno le previste iniziative di lotta nei territori, perché è giusto battersi contro il declino del Paese, l’occupazione, la recessione economica (ormai purtroppo consolidata) e a favore degli investimenti previsti e di quelli necessari: non ci sono investimenti stranieri, neppure quelli italiani perché i nostri concittadini hanno paura dell’incertezza politica, del rischio economico troppo forte, tanto è vero che 1.371 miliardi sono fermi nei conti correnti privati, cioè il 20% del prodotto interno lordo; infine i risparmiatori, gli imprenditori sono preoccupati del rischio incertezza e altro.                                                             

L’ampia partecipazione – anche di chi ha votato questo Governo – lo sventolio delle bandiere non ha attuttito il grido dei lavoratori che chiedevano lavoro-occupazione-unità: il sindacato si è ripreso piazza San Giovanni.

 

Confronto sulla crescita

L’occupazione e il lavoro in generale creano dignità, soprattutto per i giovani e sono prioritariamente nella testa, non a parole, dei sindacati confederali: a questo governo hanno chiesto di incontrarsi (si dice che il buongiorno si vede dal mattino: allora non siamo contenti del trasferimento-chiusura della Pernigotti, mentre il polo dolciario va bene) per confrontarci sulla crescita. Attendiamo i progetti esecutivi per i 150 miliardi per intervenire sul dissesto idrogeologico, la  messa in sicurezza delle scuole, gli interventi idrici,…  

 

Meglio il salario minimo garantito

I lavoratori hanno capito che non si toglie la povertà con un po’ di assistenza – il salario minimo garantito potrebbe essere una soluzione, non il reddito di cittadinanza: provvedimento a termine che non è neppure strutturale e che ricorda il qualunquismodell’Uomo Qualunque di Giannini o l’assistenza a pioggia degli anni ’50-’60 che aggrava il nostro nostro debito pubblico spostandolo sulle spalle dei giovani.  

 

Sì rapporto pubblico-privato purché non venda “fumo”

Solo la centralità del lavoro, nuova occupazione, vera e non promessa, investimenti mirati, possono risolvere i problemi del Paese. Anche l’indroduzione della flax tax è negativa (tassa piatta uguale per tutti), non solo perchè è già ingiusta per conto proprio, ma non essendo progressiva, come afferma la Costituzione, penalizza i lavoratori e sostiene chi è già ricco.

Il sindacato ha sostenuto gli investimenti pubblici, ma non ha mai osteggiato il rapporto pubblico-privato salvo che non sia una manovra tra le parti per offrire “fumo” ai lavoratori, e poi va definitavamente sfatata la sua posizione negativa sull’austerità, semmai è vera l’ostilità alla rigidità non codificata da regole.

 

Tre punti

Se gli imprenditori la  pensano come i sindacati o similarmente a loro  ritengo sia possibile un indirizzo quasi comune per la crescita del Paese, oltre a stabilire l’assenso delle parti su tre questioni basilari:

1 – formazione e scuola lavoro;

2 – una stagione contrattuale verticale e orizzontale che veda lo scambio tra produttività-salario-occupazione;

3 – un sistema partecipativo nelle aziende (duale) come in Germania: fino a giungere (questo dovrebbe far parte del bagaglio ideale di ogni sindacalista) a capitale e lavoro nelle stesse mani.

 

Scuola-lavoro

È ovvio che in aziende moderne e tecnologicamente avanzate e vocate alla vendita internazionale dei loro prodotti vi sia bisogno di un lavoro più raffinato e specializzato (si legge – non so se sia vero – che le imprese ricerchino circa 300.000 tecnici e non li trovino), quindi è necessaria da subito una forte azione formativa nei luoghi di lavoro e altrove, e poi lo studio-lavoro va migliorato e non abolito. Il precedente Governo aveva avuto una felice intuizione, ma ha lasciato “scuola-lavoro” alla fantasia dei Presidi e allo sfruttamento di chi si fa chiamare imprenditore; la produttività (non è il ripristino del cottimo o un modo nuovo per sfruttare i lavoratori, ma una organizzazione del lavoro nuova con l’uso di tecnologie avanzate e della necessaria innovazione), la condizione ambientale del lavoratore, il salario, sono la condizione per la quale un’azienda può vivere e produrre bene: lo faccia se crede nel futuro e si confronti con il sindacato.

Giulio Lattanzi

24 febbraio 2019

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