Buona Sanità: un caso (non isolato) all’Ospedale di Macerata

Si dice spesso che la sanità sia sotto tiro. Forse sarebbe meglio dire che è continuamente sotto “attenzione”. Del resto, è comprensibile. I servizi legati alla salute sono, ovviamente, quelli su cui è maggiore l’interesse di tutti i cittadini. Nessuno, infatti, vuole correre il rischio di incappare in situazioni di malasanità. Di conseguenza, quando capitano episodi negativi – e purtroppo capitano – la loro eco sulla stampa è destinata a fare rumore e, a volte, è giusto che sia così.

Quelli che invece non fanno rumore sono i tanti (per fortuna la grande maggioranza) di casi di “buona sanità”. Il lavoro quotidiano di medici, paramedici, tecnici e personale che ogni giorno lavorano nelle sale operatorie, nelle corsie di ospedali, negli ambulatori pubblici e privati, dove i cittadini trovano premure e cure adeguate. Tutto questo ricade nella normalità e, di conseguenza, non fa rumore.

Si osserva che la “buona sanità” è – e dovrebbe essere sempre – la norma. Giusto, ma non per questo essa deve essere sottaciuta o addirittura nascosta.

Il lavoro compiuto giornalmente con professionalità, scrupolo e amorevole assistenza dai tanti operatori del sistema sanitario merita di essere portato a esempio. In primo luogo per “isolare” coloro che non fanno fino in fondo il loro dovere, ma non solo per questo. Anche per far sapere che la sanità “eccellente” non è solo quella che viene spesso associata ai nomi di alcuni centri clinici di grandi città. Anche in città di provincia e lontane dai centri maggiori, ci sono professionisti di alta specializzazione, professionalità e competenza.

Lo affermo perché posso portare in questo senso una mia personale e diretta testimonianza. Contrariamente al consiglio di molti, che per un delicato intervento ortopedico di protesi all’anca mi suggerivano di recarmi addirittura fuori dalle Marche, ho scelto di farmi operare all’ospedale civile di Macerata, potendo fare affidamento sulle capacità e competenze di chi mi avrebbe operato. L’intervento è stato effettuato  dall’equipe formata dal dott. Remo Di Matteo, primario dell’ospedale di Camerino e dal dott. Gabriele Caraffa, primario dell’ospedale di Macerata  i quali – in virtù dell’organizzazione territoriale sanitaria unica a livello provinciale – una volta a settimana mettono a disposizione dei pazienti le loro diverse e complementari specializzazioni nel settore ortopedico. Due grandi professionisti che portano avanti il loro lavoro con serietà e in perfetta armonia, componenti indispensabili per la migliore riuscita delle prestazioni e per la stessa serenità di coloro che ricorrono alle loro cure. Un’atmosfera di grande collaborazione che si respira in tutto il reparto, anche durante l’intero periodo di degenza, grazie alla professionalità e alla umanità di tutto il personale medico e paramedico. Straordinaria professionalità che ho riscontrato anche  nell’Unità di Anestesia e Rianimazione.

Ho voluto portare questa testimonianza per far sapere ai maceratesi quello che hanno a livello sanitario e che molti ignorano di avere. Anche come strutture di riabilitazione il nostro territorio non ha nulla da invidiare ad altre province. Personalmente ho potuto sperimentare l’ottimo centro di Treia, guidato dal dott. Giorgio Caraffa,  ma nel territorio ce ne sono anche altri dove a un sempre rassicurante “contatto umano” si assomma la sensibilità e professionalità degli operatori.

Spesso cerchiamo lontano quello che non sappiamo di avere vicino a noi.

Antonio Pettinari

18 gennaio 2019

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